Nel primo trimestre 2024 cresce il numero di occupati in Italia segnando +394 mila posti di lavoro, +1,7% rispetto al primo trimestre 2023, mentre il tasso di occupazione delle persone tra i 15 e i 64 anni, anch’esso in aumento, raggiunge il 61,6%.
Sono i numeri resi noti dall’Istat secondo cui l’aumento dell’occupazione coinvolge sia i dipendenti a tempo indeterminato (+478 mila, +3,1%), che gli indipendenti (+48 mila, +1,0%) e gli occupati a tempo pieno (+457 mila, +2,4%), a fronte di una diminuzione dei dipendenti a termine (-132 mila, -4,6%) e degli occupati a tempo parziale.
Dove cercano lavoro gli italiani
L’Istat rivela che nella ricerca di lavoro continua a prevalere l’uso del canale informale: la pratica di rivolgersi a parenti, amici e conoscenti è la più diffusa (la quota di chi lo fa rimane al 75,7%); seguono l’invio di domande e curriculum (65,4%, +1,3 punti) e la consultazione di offerte di lavoro (49,2%, +1,8 punti). In maggiore aumento, tra i disoccupati, la quota di chi si rivolge al Centro pubblico per l’impiego (27,3%, +3,3 punti) e, seppur meno intensamente, cresce anche quella di chi si rivolge alle agenzie private di intermediazione o somministrazione (20%, +0,8 punti).
Il numero delle persone in cerca di occupazione scende a 1 milione 974 mila (-123 mila rispetto al primo trimestre 2023, -5,9%), per effetto della diminuzione sia dei disoccupati con precedenti esperienze di lavoro sia di quanti sono alla ricerca del primo lavoro; in lieve aumento la quota, sul totale dei disoccupati, di chi è alla ricerca di lavoro da almeno 12 mesi, che si attesta al 54,5% (+0,2 punti), per un totale di 1 milione 77 mila persone.
Imprese: in aumento le posizioni lavorative dipendenti
Dal lato delle imprese, si osserva la crescita congiunturale delle posizioni lavorative dipendenti, con un aumento pari allo 0,8%, di entità lievemente inferiore nella componente a tempo pieno (+0,7%) rispetto a quella a tempo parziale (+0,9%). In termini tendenziali la crescita delle posizioni dipendenti è più marcata, pari a 2,8% nel totale, lievemente superiore per i full time (+2,9%) rispetto ai part time (+2,6%).
Le ore lavorate per dipendente aumentano in termini congiunturali (+0,6%) e, più lievemente, in termini tendenziali (+0,4%); aumenta il ricorso alla cassa integrazione (7,8 ore ogni mille ore lavorate). Il tasso dei posti vacanti diminuisce di 0,3 punti nel confronto congiunturale e di 0,2 in quello tendenziale.
Su base congiunturale, il costo del lavoro per unità di lavoro equivalente a tempo pieno (Ula) aumenta dello 0,1%, e la crescita è di pari intensità per le retribuzioni e per i contributi sociali; in termini tendenziali l’aumento del costo del lavoro è più marcato, si attesta all’1,6%, ed è trainato in particolare dalla componente retributiva che aumenta di +1,8% a fronte di un aumento di +0,9% dei contributi sociali.