ROMA (WSI) – Iniziate alla Camera le dichiarazioni di voto sulla prima questione di fiducia posta dal governo sull’articolo 1 dell’ Italicum.
PD spaccato e in agonia, mentre il premier Matteo Renzi prosegue dritto per la sua strada e, in una lettera al quotidiano “La Stampa” difende la decisione di porre la fiducia sull’Italicum.
“Dopo aver fatto modifiche, mediato, discusso, concertato, o si decide o si ritorna al punto di partenza. Se un Parlamento decide, se un governo decide, questa è democrazia, non dittatura“. Ancora: “Se l’Italicum non passa il governo va a casa”.
Oggi pomeriggio ci sarà il primo voto di fiducia su una parte del provvedimento mentre domani se ne voteranno altre due.
In seno alla minoranza del Pd, sia Enrico Letta che Pierluigi Bersani hanno deciso che non voteranno la fiducia. “Questo non è più il mio partito”, ha detto Bersani. No alla fiducia sono stati espressi anche da Pippo Civati, Stefano Fassina, Alfredo D’Attorre e dall’ex capogruppo Roberto Speranza.
In un’intervista rilasciata al Corriere, alla domanda “Perché Renzi ha deciso di forzare? Nella minoranza si parla di prepotenza…” Bersani ha risposto: “Lui è in natura così”. Ancora: “E com’è la natura di Renzi”? “Non è una bella natura”. Nel descrivere il Pd: “Non è più la ditta che ho costruito io. Questa è un’altra cosa, un altro partito”.
Il governo Renzi ha posto la fiducia sulla riforma di legge elettorale Italicum. Lo ha annunciato il ministro per i Rapporti con il Parlamento e per le Riforme, Maria Elena Boschi, in Aula alla Camera, dopo che Gianluca Galletti, ministro dell’ambiente, aveva reso noto che la riunione del Consiglio dei Ministri aveva dato il via libera alla questione della fiducia.
La riunione del CdM è stata lampo, è durata appena cinque minuti. Proteste dai banchi dell’opposizione all’annuncio di Boschi sulla fiducia.
Sulla legge elettorale “dopo anni di rinvii noi ci prendiamo le nostre responsabilità in Parlamento e davanti al Paese, senza paura. E’ la volta buona”, ha scritto su Twitter il premier Matteo Renzi.
Dai banchi di Sel sono stati lanciati crisantemi. “Oggi ci troviamo di fronte a un funerale e al funerale si va coi crisantemi: avete deciso di fare il funerale della democrazia, vergognatevi”, ha detto il presidente dei deputati di Sel, Arturo Scotto.
“E’ l’intervento che non avrei mai voluto sentire”, ha detto riferendosi alle parole della ministra Boschi.
“Capisco che molti colleghi ormai si sono abituati a tutto ma noi non ci abitueremo mai che si metta la questione di fiducia su una legge di rilievo costituzionale. Non ci abitueremo mai all’idea di servire la maggioranza con dei livelli di tracotanza inaccettabile. Le regole del gioco andrebbero scritte insieme, trattate questo parlamento come una sezione del Pd per regolare i conti interni che nulla hanno a che fare col paese”.
Aspre critiche anche da parte di Renato Brunetta, capogruppo Forza Italia alla Camera. “Non consentiremo il fascismo renziano”, “non consentiremo che quest’aula venga ridotta a un bivacco di manipoli renziani”.
Ancora: “Non c’era motivo di mettere la fiducia su di un provvedimento di rango costituzionale. Perché Renzi l’ha fatto? Per coartare, condizionare, la libertà di voto del suo stesso partito. Noi faremo di tutto, fuori e dentro quest’aula, per impedire il fascismo di Renzi”.
Roberto Fico, deputato M5S, scrive su Twitter: “Vogliono l’Italicum a tutti i costi per prendere il potere ma hanno fatto i conti senza l’oste. Saremo costretti a vincere con l’Italicum!”.
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ROMA (WSI) – Nessun voltafaccia nei confronti del premier Matteo Renzi. Attraverso un triplice voto segreto, la Camera ha bocciato le questioni pregiudiziali che erano state richieste dall’opposizione. Il governo Renzi ha deciso dunque di non porre la fiducia sulle pregiudiziali, fidandosi della lealtà della maggioranza, con un voto segreto.
Le pregiudiziali di costituzionalità sono state bocciate con 384 no. Aula quasi piena, solo 37 deputati assenti. In tutto, hanno votato in 593. A essere respinte, anche le pregiudiziali di merito con 385 no e 208 sì. La questione sospensiva è stata bocciata con minore scarto:i voti a favore sono stati 206, 369 quelli contrari, 1 deputato si è astenuto.
“Stiamo tentando in tutti i modi di evitare la fiducia – aveva detto Debora Serracchiani, vice segretario del Partito democratico – dopodiché è chiaro, il governo farà le sue valutazioni anche alla luce dell’esito della giornata di oggi dove ci saranno dei passaggi fondamentali. Rispetto alla fiducia molto conterà anche la posizione delle altre forze politiche”.
Intanto Corrado Passera si è imbavagliato contro la riforma, mentre da Luigi Di Maio (M5s), vice presidente della Camera, è arrivata una forte critica verso i deputati della minoranza Pd che ha definito “miserabili”, in quanto penserebbero solo “alle poltrone”.
Si è fatto sentire anche il leader del Movimento 5 Stelle, Beppe Grillo: “Il Pd sta scomparendo. I genovesi mi gridano ancora oggi: ‘Avevi l’occasione con il Pd, dovevi fare società con loro e ti prendevi il Paese. E io rispondo: ‘pensa se fossimo adesso soci del Pd, saremmo rovinati'”, ha detto, rilasciando una intervista all’emittente televisiva ligure Primocanale.
“Bersani non aveva chiesto di governare insieme. Aveva chiesto 12 o 13 senatori nostri per fare numero e far governare il centrosinistra. Non ci hanno neanche riconosciuto come movimento”. E ancora: “Sui manifesti già dalla faccia la gente dovrebbe rendersi conto. Hanno tolto tutti i simboli dei partiti perché si vergognano. E’ pazzesco”.
Matteo Renzi, in una lettera inviata ai segretari dei circoli Pd e pubblicata sul sito di “Repubblica”, aveva scritto. “La legge elettorale, in Aula alla Camera, diventa decisiva. Non solo perché è una legge seria, in linea con le precedenti proposte del nostro partito. Ma anche perché non approvare la legge elettorale adesso significherebbe bloccare il cammino di riforme di questa legislatura. E significherebbe dire che il Pd non è la forza che cambia il Paese, ma il partito che blocca il cambiamento”.
Secondo Renzi “sarebbe il più grande regalo ai populisti. Ma sarebbe anche il più grande regalo ai tanti che credono nel potere dei tecnici: quelli che pensano che la parola politica sia una parolaccia e bisogna affidarsi ai presunti specialisti che ci hanno condotto fin qui, prima dell’arrivo al governo del Pd”.
Rosy Bindi: “Credo che si debba riflettere sulla necessita di rendere il Parlamento protagonista dell’approvazione della legge elettorale. Sento parlare di fiducia, come per la legge Acerbo e per la legge Truffa. Sento parlare di fiducia sulle pregiudiziali, come su un decreto fiscale agli inizi degli anni Ottanta. Questo è un vulnus terribile nella vita del Parlamento e nel rapporto del Parlamento con il governo”, ha detto la presidente della Commissione Antimafia.
Sul fronte delle opposizioni, il leader della Lega Matteo Salvini si è così espresso: “Ben venga la fiducia se questa sarà occasione per il Parlamento di ribellarsi a Renzi e finalmente mandarlo a casa subito”.
Renato Brunetta di Forza Italia: “Se la riforma del sistema di voto voluta da Renzi sarà bocciata dall’Aula sarà lui e il suo governo ad andar a casa. E magari si formerà un esecutivo migliore che ci condurrà fino al 2018. Nessuna prospettiva di elezioni anticipate, anche perché, raccontano i bene informati, il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, non gradirebbe e non permetterebbe un’eventualità di questo tipo”.
“La scelta della fiducia è irricevibile, sarebbe errore politico madornale, una violenza vera e propria al Parlamento italiano”, aveva detto il capogruppo dimissionario del Pd Roberto Speranza a ‘In 1/2h’, su Raitre, confermando le proprie dimissioni.
L’Italicum è il progetto di riforma elettorale nata con il patto del Nazareno targata Renzi-Boschi-Verdini-Berlusconi (poi rinnegata da Forza Italia dopo la rottura sull’elezione al Quirinale di Sergio Mattarella)