Con la sentenza del 25 gennaio scorso, la Consulta ha salvato le candidature plurime ma ha previsto una nuova condizione, ossia affidare la scelta finale del candidato eletto in più di con collegio a sorteggio.
In pratica con l’Italicum, un candidato, come già succedeva nel Porcellum, può essere capolista in più collegi contemporaneamente: fino a un massimo di 10. Quello che la Consulta ha bocciato è la possibilità – in caso di elezioni in più di un collegio – che sia l’eletto a scegliere in quale collegio risultare eletto.
Come si legge nel comunicato della Corte costituzionale, successiva alla sentenza:
“A seguito di questa dichiarazione di incostituzionalità sopravvive comunque, allo stato, il criterio residuale del sorteggio previsto dall’ultimo periodo, non censurato nelle ordinanze di rimessione”.
Ancora valido principio capilista bloccati
L’Italicum divide il Paese in 100 collegi, che eleggono da 3 a 9 deputati. In ogni collegio i partiti presentano le liste: il capolista sarà il primo ad ottenere un seggio, mentre dal secondo eletto in poi intervengono le preferenze (ogni elettore ne potrà esprimere due).
In sostanza rimane intatto anche il principio dei capilista bloccati previsto nell’Italicum. Nello specifico, le liste non saranno bloccate, ma i suoi capilista sì. Le motivazioni della sentenza dei 13 giudici costituzionali usciranno a febbraio.