ROMA (WSI) – Il premier Matteo Renzi è sempre più isolato sulla nuova legge elettorale dopo che la commissione incaricata di discutere dell’Italicum è stata purgata dei dissidenti del Partito Democratico, anche le opposizioni lasciano.
“La riforma se la voti da solo”, hanno protestato le opposizioni dopo l’espulsione di dieci esponenti ‘ribelli’ del partito al governo. “È evidente che Renzi tratta la Commissione come una sezione del PD”, si è lamentato il capogruppo di Sinistra Ecologia e Libertà, Arturo Scotto, facendo riferimento alla decisione dell’esecutivo di cacciare dalla Comissione Affari Costituzionali di Montecitorio i dieci deputati Dem che avevano protestato contro l’Italicum.
La minoranza del PD e il suo segretario Renzi sono ai ferri corti. La spaccatura in seno alla formazione di centro sinistra è sempre più probabile.
A essere cacciati sono stati i deputati che hanno dichiarato di non voler votare né gli articoli né il mandato al relatore dell’Italicum. Pur protestando, per lealtà al partito sinora l’ala sinistra della minoranza PD aveva votato la riforma della legge elettorale in aula.
“L’assemblea del gruppo del Pd ha già deliberato di sostituire chi in Commissione non vota il mandato al relatore sull’Italicum”, ha spiegato il vicepresidente vicario del gruppo Pd, Ettore Rosato, a margine dei lavori della commissione Affari costituzionali.
“Verremo sostituiti d’imperio – ha osservato uno degli ‘epurati, Andrea De Giorgis – perché nessuno ha chiesto di essere sostituito. Siamo nove sicuri: io, D’Attorre, Fabbri, Agostini, Lattuca, Cuperlo, Bersani, Pollastrini, Bindi.
E forse Lauricella. Ci sono già state le telefonate”.
“Non ci sono – ha aggiunto – altre decisioni da assumere. Stasera verranno comunicate all’ufficio di presidenza della Commissione e prima dell’inizio delle votazioni sugli emendamenti saranno comunicati coloro che sostituiranno i componenti rimossi”.
L’esame del disegno di legge elettorale alla Camera entrerà nel vivo in settimana. Il governo conta di approvare entro maggio l’Italicum, che riconosce un premio di maggioranza alla Camera alla lista che arriva prima al primo turno con almeno il 40% dei voti oppure al ballottaggio.
In parallelo il Parlamento sta esaminando una modifica della Costituzione per ridurre il Senato nel numero di componenti e nelle funzioni, privandolo della possibilità di votare la fiducia al governo. L”obiettivo è rendere più snello il processo legislativo, ma l’ala sinistra del PD non ha apprezzato il modo con cui è stato portato avanti l’iter parlamentare. Renzi punta infatti a far passare il ddl passi in commissione senza modifiche.
Secondo Pippo Civati, un altro esponente molto critico nei confronti della maggioranza del partito, che si è astenuto dal voto sull’Italicum, ha definito “fuori dalla Costituzione”, la decisione di sostituire dalla commissione Affari Costituzionali della Camera tutti i componenti della minoranza Pd contrari alla legge elettorale.
Lo ha scritto sul suo blog: “Pazienza se esiste l`articolo 67 della Costituzione, che impone che non ci sia alcun mandato imperativo dei parlamentari: un articolo sbaragliato da queste due decisioni. La sostituzione di massa non ha precedenti nella storia repubblicana, la fiducia sulla legge elettorale è collegata a un episodio del 1953, quando si votò la legge truffa”.
Come ha spiegato il vincitore delle ultime elezioni ed ex ministro dello Sviluppo Economico Pierluigi Bersani a Servizio Pubblico giovedì scorso, la minoranza del PD è contraria alla ‘deriva autoritaria’ del modus operandi del governo che ha varato una legge elettorale che non piace ai bersaniani in particolare per la parte dell’abolizione del Senato elettivo. La minoranza di sisnistra chiedeva modifiche al ddl costituzionale e all’Italicum.
Il MoVimento 5 Stelle ora minaccia di lasciare a sua volta. “Se Renzi espellerà minoranza, ritireremo i nostri emendamenti e lasceremo la commissione. Inutile partecipare alla farsa con i burattini che dicono sì a comando”, ha scritto su twitter Danilo Toninelli, deputato M5S e componente della commissione Affari Costituzionali della Camera, dove si sta discutendo la legge elettorale.
(DaC)