ROMA (WSI) – Il governo italiano cerca di rassicurare l’Europa blindando il pareggio di bilancio nel 2017 con un nuovo aumento dell’Iva e di altre imposte indirette.
L’ennesima “clausola di salvaguardia” è scritta nella Nota di aggiornamento al Def e sarà inserita nella legge di Stabilità per il 2015.
La manovra avrà un valore di “12,4 miliardi nel 2016, di 17,8 nel 2017 e di 21,4 miliardi nel 2018”. Inevitabili gli effetti recessivi, che il ministero dell’Economia stima in 0,7 punti di Pil a fine periodo dovuti “ad una contrazione complessiva dei consumi e degli investimenti per 1,3 punti percentuali”.
L’Italia avrebbe dovuto ridurre il deficit strutturale — calcolato cioè al netto del ciclo e delle una tantum — quasi a zero nel 2015 e raggiungere il pieno pareggio nel 2016.
Appellandosi alle “circostanze eccezionali” previste dal Fiscal compact per ammettere deviazioni dagli obiettivi, il governo ha chiesto all’Europa un rinvio di 12 mesi.
Con un’economia piombata per la terza volta in recessione dal 2008, ha spiegato il Tesoro, le correzioni di bilancio possono provocare l’avvitamento in una “spirale perversa che potrebbe generare recessione e nuova disoccupazione”.
A sostegno della tesi, via XX Settembre include uno scenario previsivo nella Nota. Raggiungere il ‘close to balance’ nel 2015 avrebbe richiesto una manovra correttiva “pari a 0,9 punti di Pil”, 15 miliardi in valore assoluto. L’effetto negativo sul reddito nazionale sarebbe stato di 0,3 punti.
Rispettare anche la regola di riduzione del debito richiederebbe una correzione complessiva “pari a 2,2 punti”, 35 miliardi. “L’impatto sulla crescita risulterebbe negativo per 0,8 punti”, si legge nella Nota di aggiornamento.
(Reuters)