Italia resta prima tra le grandi economie del Vecchio Continente per evasione dell’Iva. La conferma è arrivata oggi dal consueto rapporto della Commissione europea che certifica il triste primato italiano anche per il 2017.
Il cosiddetto “VAT gap”, cioè la forbice tra l’Iva effettivamente incassata e quella che lo Stato avrebbe dovuto incassare se tutti avessero pagato il dovuto, nel 2017 è al 24%, quarto peggior dato d’Europa dopo quelli di Romania (36%), Grecia (34%) e Lituania (25%).
La media Ue è all’11%, in Germania il VAT gap è al 10%, in Francia al 7%, in Spagna al 2%. Unica nota positiva, in un quadro che appare decisamente deprimenti è che il dato italiano è in miglioramento: il VAT gap era al 30% nel 2013 e al 26% nel 2016.
In termini assoluti, l’Iva non pagata in Italia è ammontata a 33,6 miliardi di euro nel 2017, più o meno un quarto dell’intera evasione Iva europea (a 137,5 miliardi). Una cifra che spazzerebbe in un sol colpo le preoccupazioni sull’aumento dell’Iva del nuovo governo la cui priorità è disattivare i 23 miliardi di clausole di salvaguardia della legge di Bilancio 2019.
Attualmente l’Italia applica tre aliquote Iva: quella standard al 22%, quella ridotta al 10% e quella ancora più ridotta al 4-5%.