ROMA (WSI) – Lo scorso 23 settembre, appena qualche giorno fa, montavano indiscrezioni sulla minaccia di dimissioni di Fabrizio Saccomanni.
Il ministro per l’Economia era stato chiaro: L’Iva dovrà aumentare a partire dal primo ottobre, perchè non ci sono alternative e perchè l’Italia deve assolutamente dimostrare di poter rispettare il tetto del deficit/pil del 3%. A un passo dalla crisi di governo, in una telefonata tra Letta e Saccomanni, il ministro ha poi fatto dietrofront: e in quell’occasione è stato siglato un patto tra i due per il congelamento dell’aumento Iva dal 21 al 22% fino al 31 dicembre.
Ora è caccia al miliardo per assicurare la copertura della manovra di proroga. “Certamente lo stiamo cercando e penso che alla fine lo troveremo”, ha detto Saccomanni, a Otto e mezzo su La7. Ma “le opzioni oggi non sono semplici né indolori. Richiedono scelte da parte delle forze politiche”.
“Le risorse si trovano. Si tratta di fare una scelta, mi auguro pacata e ragionata, su quali sono le opzioni disponibili. Ci sono forme di tassazione socialmente più gravose di altre, ci sono tagli di spesa più semplici. Le forze politiche devono fare questa scelta. Il mio compito è facilitare la convergenza”.
Su Telecom Italia, Saccomanni afferma che ci sarà un’accelerazione sulla golden share per la rete. “C’era un lavoro per adattare la norma che consente di intervenire per tutelare gli interessi strategici anche per le società non controllate dallo Stato. Questi lavori saranno accelerati”.
E sulla nuova tassazione, l’introduzione della Service Tax nel 2014, “non ci sono dubbi” che sarà attiva a partire dal prossimo anno.
“Ho sempre pensato che la nostra azione si doveva articolare in due fasi: congiunturale, in cui si dovevano dare segnali forti (rinvio Iva, abolizione prima rata, incentivi ecobonus, occupazione giovani), e poi strutturale con la riforma di Iva e Imu. La legge stabilità sarà la sede in cui fare un disegno d’insieme”.