Economia

Jack Ma: mistero sul fondatore di Alibaba, sparito da due mesi

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Si infittisce il mistero intorno a Jack Ma, l’imprenditore cinese fondatore del colosso dell’ecommerce Alibaba. Sono passati circa due mesi da quando il tycoon ha fatto perdere le sue tracce.

Numerose le indiscrezioni che si rincorrono sulla sorte dell’imprenditore cinese. Il Financial Times ha riferito che Ma – il cui account su Twitter non è aggiornato dal 10 ottobre – era stato sostituito da un dirigente di Alibaba per la registrazione della finale di ‘Africa’s Business Heroes’, concorso televisivo per imprenditori in erba del continente africano con in palio un assegno da 1,5 milioni di dollari, ufficialmente a causa della sua agenda troppo fitta di impegni.

Jack Ma, i rumors

Quello che è certo è che per il fondatore di Alibaba, tra gli uomini più ricchi della Cina e del mondo, le ultime settimane non sono state affatto semplici. Negli ultimi due mesi ha perso 12 miliardi di dollari, a causa anche del fallimento della doppia IPO a Shanghai e Hong Kong di Ant, naufragata dai dopo lo stop delle autorità cinesi.

Ai vertici del Partito comunista, si vocifera, non erano andate giù le aspre critiche che Ma aveva pronunciato ad un evento del 24 ottobre a Shanghai, in cui aveva affermato che “la Cina non ha un rischio finanziario sistemico semplicemente perché non ha un sistema, e questo è il rischio”.

Vantandosi del livello record dell’Ipo di Ant prezzata addirittura lontano da New York, aveva rincarato la dose accusando le banche cinesi di operare “con mentalità da banco dei pegni”, quando invece “la buona innovazione non ha paura delle regole, ma di regole antiquate”.

Del resto, fanno notare all’ANSA fonti finanziarie, con Alibaba al centro di indagini antitrust per presunte pratiche monopolistiche (circolano le voci anche di un possibile spezzatino per il gruppo) e Ant Group oggetto di ‘correzioni’ del business da parte delle autorità di regolamentazione, a partire dalla Banca centrale cinese (Pboc), “uscire dalla luce dei riflettori è la mossa più prudente che si possa fare”.