Economia

Jefferies promuove l’economia italiana: “tra le più brillanti della zona euro”

Gli analisti di Jefferies promuovono a pieni voto l’economia italiana che, a loro dire, non solo si sarebbe distinta negli ultimi anni come quella più brillante nella zona euro. Ma avrebbe inoltre le carte in regola per rivelarsi, insieme alle altre economie dell’Europa mediterranea, il punto di forza della zona euro del 2025.

Lo spiegano in un report, aggiungendo che il prodotto reale è superiore del 5,5% ai livelli precedenti la pandemia, rispetto al 4,6% dell’aggregato dell’eurozona. Positivo anche l’andamento del debito pubblico, sceso al 134,8% nel 2023, quasi 20 punti in meno rispetto al picco del 2020.

Bene azioni e obbligazioni

Jeffries rimane quindi ‘costruttiva’ sia sul debito sovrano che sui mercati azionari e prevede che lo spread Italia-Germania si collochi al di sotto di 120.

In particolare si legge nel report:

“Siamo stati positivi sulle obbligazioni e sulle azioni italiane per gran parte di quest’anno e vediamo una continuazione della visione positiva anche nel 2025. Grazie a un governo stabile e in regola con il deficit, a prospettive di crescita positive e a una visione più ampia e ottimistica sugli asset rischiosi, riteniamo che le obbligazioni italiane continueranno a registrare performance” hanno spiegato gli esperti, sottolineando che le obbligazioni italiane hanno le carte in regola per sovraperformare quelle di altri Paesi europei come la Francia, che preoccupano per deficit fiscali e i rischi politici.

Tra i settori proferiti dell’azionario spiccano i titoli finanziari, che dovrebbero sovraperformare per tutto il prossimo anno.

Le stime sul PIL

Secondo il rapporto inoltre la crescita è ancora in ripresa. Gli analisti citano a questo proposito le stime dell’OCSE secondo cui la crescita del PIL passerà dallo 0,7% nel 2024 all’1,0% nel 2025 e all’1,2% nel 2026.

“La stabilità politica, i fondi UE ancora da utilizzare e gli effetti ritardati degli investimenti fissi sosterranno le prospettive di crescita” dicono gli esperti che si attendono però che l’invecchiamento demografico e l’affievolimento dell’impatto del superbonus saranno fattori di rischio per la crescita italiana.

PNRR

Un capitolo è dedicato ai fondi Next Generation EU (NGEU), definiti “una parte importante della storia della crescita”. L’Italia – ricordano gli analisti -” è stata un grande beneficiaria di questo fondo, che ha facilitato riforme a lungo rimandate nel settore giudiziario, negli appalti pubblici e nel settore idrico ed energetico, fornendo importanti riforme dal lato dell’offerta”.

A questo proposito, Jefferies ricorda che, secondo i dati della Commissione UE, all’Italia sono stati assegnati 194,4 miliardi di euro di fondi, 71,8 miliardi di euro in sovvenzioni e 122,6 miliardi di euro in prestiti, pari al 9,3% del PIL italiano.

Sebbene alcuni di questi fondi siano stati utilizzati per i progetti, non sono ancora stati spesi completamente; il 38% e il 44% delle sovvenzioni e dei prestiti devono ancora essere assegnati, il che continuerà a sostenere la produzione. È importante notare che il programma ha avuto notevoli successi fino ad oggi.