ROMA (WSI) – “Finiremo con il soffrire tutti…Riesco a pensare a poche situazioni in cui non si soffrirà. Ma la maggior parte della gente finirà con il soffrire la prossima volta” che si verificherà una crisi. La previsione arriva da Jim Rogers, leggendario investitore che è riuscito a fare una fortuna grazie alle sue strategie.
Negli anni ’70, quando la recessione colpì il mondo intero per un decennio, l’azionario attraversò una fase di stagnazione e le materie prime crollarono, Jim Rogers fece una fortuna. La stessa cosa accadde sulla scia della crisi di fine 2008, quando Rogers consigliò di posizionarsi su oro e argento, al fine di adottare strategie per preservare i propri patrimoni. Tale mossa permise a diversi investitori di realizzare corposi guadagni, quando i metalli preziosi testarono i massimi storici nel 2011.
Il guru parla ora di quanto sta accadendo, e la sua view non è affatto positiva: Rogers avverte su un crash che si tradurrà in una massiccia perdita di posti di lavoro, in una dipendenza dai salvataggi – bailout- dei governi e in una frenesia nello stampare moneta, da parte delle banche centrali, senza precedenti.
A suo avviso, le azioni sono sopravvalutate e le banche centrali saranno costrette a intervenire di nuovo. Ma questa volta i loro interventi non saranno sufficienti e tutti al mondo soffriranno, inclusi Cina e Stati Uniti.
“Le banche centrali andranno nel panico. Faranno tutto quello che potranno per salvare i mercati. Ma sarà una cosa artificiale…non funzionerà…Non so se lo continueranno a chiamare QE nel futuro…chi sa come lo chiameranno per mascherarlo…ma tenteranno il possibile…stamperanno più moneta o abbasseranno i tassi di interesse o acquisteranno più asset..ma sfortunatamente, non importa quanti antidolorifici useranno o a cosa faranno per insabbiare (la realtà). Il mercato sa che è finita e noi non parteciperemo mai più a questo gioco”.
Ci saranno più perdite sui mercati, più perdite di posti di lavoro, e anche maggiori perdite nella libertà dal momento che i governi e le banche centrali punteranno il dito contro tutti, ma non a loro stessi.