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Berlino – E’ Joachim Gauck, 72 anni, ex pastore protestante ed ex eroe del dissenso sotto la Ddr (la dittatura comunista tedesco-orientale) il nuovo capo dello Stato tedesco. E’stato eletto oggi (per chi legge ieri) dall’assemblea dei grandi elettori, composta essenzialmente dal Parlamento federale (Bundestag) più da rappresentanti del paese reale (Chiese, ong, eccetera) scelti dai partiti.
L’elezione è stata scontata, ma alla conta dei voti sono emersi anche clamorosi disaccordi e divergenze. Dei 1232 voti espressi 4 erano nulli, dunque 1288 validi. Joachim Gauck ne ha avuti 991. “Che bella domenica, accetto il mandato”, ha detto Gauck sorridente.
Ma 126 elettori hanno votato per la sfidante Beate Klarsfeld, la nota cacciatrice di criminali nazisti, cioè tre in più rispetto a quelli espressi dalla Linke (sinistra radicale) che l’aveva candidata. 3 voti sono andati all’insignificante candidato vicino ai neonazisti, già tre di troppo per il paese visto il tragico passato. E ben 108 sono state le astensioni, a sottolineare tensioni, divergenze, malumori nei ranghi della maggioranza (Cdu-Csu cioè cristianoconservatori, e Fdp cioè liberali) della cancelliera Angela Merkel.
“E’una bella domenica, per il paese, non per me”, ha detto Gauck con voce commossa tenendo a caldo il suo primo discorso. Probabilmente non si sarebbe mai aspettato di divenire Bundespraesident, cioè presidente federale, la massima carica dello Stato nella prima potenza europea, quando decenni addietro sfidava la spietata Stasi, la ‘Gestapo rossa’ di Berlino est, che di lui controllava telefoni, casa e ogni spostamento e aveva foto segnaletiche col numeretto sotto, come fosse stato un criminale comune.
La sua è la vittoria del paese reale, una vittoria bipartisan non incondizionale, e il segno che Angela Merkel dovrà ancora adattarsi, come finora ha sempre saputo fare, a circostanze e candidati che non aveva voluto.
E’ infatti la seconda volta che Joachim Gauck si candida alla presidenza. Nel 2010, pur essendo egli stesso un cristiano liberalconservatore, quindi in teoria più vicino alla cancelliera, era stato proposto dalle sinistre democratiche, cioè Spd (socialdemocrazia, il più antico partito della sinistra europea) e Verdi. La signora Merkel gli aveva preferito il giovane, ambizioso Christian Wulff, allora governatore della Bassa Sassonia (nordovest, il Land, cioè Stato, dove ha sede il colosso Volkswagen). Per molte ragioni: perché Gauck incarna l’anima di quella piccola minoranza che nella Ddr non si sottomise mai al regime, anziché adattarsi un po’come fece Merkel giovane. E perché la ‘donna più potente del mondo’ voleva parcheggiare Wulff al vertice dello Stato, in modo da neutralizzarlo come suo rivale nel partito.
Adesso Wulff com’è noto è stato costretto alle dimissioni per casi di abusi di potere e favori illeciti di amici ricchi e potenti – storie che in Italia ma anche in Francia sarebbero bazzecole – denunciati dai media nonostante le sue richieste minacciose di silenzio. E il nome di Gauck, nonostante l’ostilità antica di Angela Merkel, è spuntato subito.
Con l’elezione di oggi, la Germania si trova ad avere due ex dell’est, due personalità ben diverse ma entrambi protestanti – Merkel è figlia di un pastore, Gauck è egli stesso ex pastore luterano – ai massimi vertici. E’ una svolta, oltre 22 anni dopo la caduta del Muro di Berlino e dell’Impero del Male sovietico che furono avviate dalla rivoluzione polacca, dalla perestrojka di Gorbaciov, dal sostegno a entrambi dato da papa Wojtyla e dagli Usa di Bush padre.
Per la Germania, è una grande svolta. Gauck non è un politico come gli altri, e non vuole essere un presidente come gli altri. In un paese dove il capo dello Stato ha funzioni rappresentative da monarca scandinavo e ben meno poteri rispetto all’ospite del Quirinale, a Elisabetta d’Inghilterra o ai regnanti olandese e spagnolo, egli vuole essere la voce attiva della coscienza del paese reale. Come quando nella Ddr fu tra i fondatori del Neues Forum. Cioè l’organizzazione-ombrello del dissenso per la democrazia collegata a Solidarnosc in Polonia e a Praga alla Charta 77 di Vaclav Havel. Potrà essere una voce scomoda, senza rancori ma senza compromessi. Anche per Angela Merkel.
Al tempo stesso, Gauck sarà il primo presidente che porterà al Castello di Bellevue, la residenza del capo dello Stato a un passo dalla Colonna della Vittoria eretta dal Kaiser e non lontano dalla Porta di Brandeburgo, una first lady che è sua compagna ma non sua moglie. Il nuovo capo dello Stato infatti ha lasciato da 12 anni la prima consorte senza divorziare, e da molti anni vive in felice nuova unione con Daniela Schadt, 52 anni. E’ un grande giorno anche per lei, e una prova di moderno anticonformismo della Germania d’oggi: first lady senza la fede al dito.
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