NEW YORK (WSI) – Ignorare quello che scrivono e dicono i media mainstream: sembra l’invito ai cittadini del MoVimento 5 Stelle e invece è l’appello lanciato agli investitori dalla banca JP Morgan nel suo ultimo outlook sui mercati, la quale consiglia di fatto di rivolgersi a siti e giornali indipendenti come Wall Street Italia per muoversi per tempo in vista dei prossimi grandi eventi economici e politici.
“Visto il fallimento di molte fonti convenzionali”, che non sono riuscite a anticipare gli eventi di geopolitica quest’anno, nel 2017 secondo gli analisti della banca conviene cambiare strategia e iniziare a giudicare i prossimi sviluppi geopolitici basandosi su “fonti non tradizionali (come big data, indici del sentiment, testate indipendenti, etc.).
Nel rapporto lo strategist Marko Kolanovic avverte che nel breve termine, con il rialzo dei tassi della Federal Reserve imminente e il livello record raggiunto dal dollaro Usa, “sono cresciuti i rischi che si ripeta uno scenario nel quale gli investitori, fondamentali e sistematici, vendano tutti insieme dopo la stretta monetaria della Fed”, come avvenuto esattamente un anno fa.
Stavolta i rischi sono leggermente inferiori, ma secondo il modello macroeconomico della banca l‘indice della volatilità è di 3 punti più basso rispetto alla decina di variabili macro relative. Significa che c’è da aspettarsi un clima più nervoso a gennaio.
JP Morgan: i rischi principali nel 2017
Il rischio principale per i mercati viene dalla forza del dollaro e dall’andamento al rialzo dei tassi di interesse. Nel 2017 la volatilità salirà quasi certamente, perché i pericoli sono più alti rispetto a quelli corsi quest’anno e perché la volatilità si trova su livelli troppo bassi rispetto al contesto di tensione sotto il profilo macroeconomico e geopolitico.
“Ci aspettiamo un aumento dei rischi geopolitici e più incertezze legate alla nuova amministrazione Usa“, dice la banca nel report. “In Europa, i rischi elevati sono tanti, dalla Brexit, al referendum italiano, passando per le elezioni in Francia e in Germania. Inoltre continuano le tensioni relative alla crisi dei migranti“.
Quanto alla polveriera mediorientale, JP Morgan prevede nuove turbolenze in merito agli sviluppi in Siria. I prezzi del petrolio restano bassi e “continuano a esercitare pressioni sui bilanci degli esportatori della materia prima”, come l’Arabia Saudita e gli Emirati Arabi Uniti.
Il ciclo macroeconomico statunitense dovrebbe trarre vantaggio dalle politiche di deregulation, di taglio delle tasse e di stimolo fiscale preannunciate da Donald Trump, ma oggi come oggi “sia il passaggio sia l’efficacia di queste misure non sono affatto da considerare assicurate”.
Nel 2016 i rendimenti ultra bassi e in alcuni casi persino negativi hanno favorito il trend al ribasso della volatilità (e spinto gli investitori a caccia di rendimenti a comprare azioni), mettendo ulteriore pressione sui livelli di volatilità.
Il tutto mentre l’orizzonte temporale dei trader “macro” si è ridotto in modo drastico, dice la banca Usa, “come effetto della sempre maggiore partecipazione agli scambi delle macchine e degli algoritmi che sono più rapidi ad adeguarsi agli eventi esterni più significativi del momento e sono in grado di escludere l’attività di trading degli investitori più lenti”.