ROMA (WSI) – Lo aveva detto già a fine luglio: la Federal Reserve potrebbe alzare i tassi a settembre. Lo ha ribadito anche nelle ultime ore, nonostante il crollo dei mercati di agosto, acuito dalla decisione shock della Cina di svalutare lo yuan.
James Glassman, economista di JP Morgan Chase, non è estremamente preoccupato della situazione in Cina. “L’economia cinese non è come l’economia di mercato di qualsiasi altro paese. E’ un’economia molto gestita dal suo governo, che ha molti strumenti a disposizione per far fronte” a quanto sta accadendo.
E’ dunque possibile che le preoccupazioni sulla Cina siano “esagerate”.
D’altro canto, “l’economia globale versa in buona condizioni di salute. Alcune economie stanno rallentando il passo più di altre, ma i paesi avanzati stanno facendo piuttosto bene, ed è il momento di normalizzare le politiche (monetarie) in alcuni di essi, come nel caso degli Stati Uniti, del Giappone e dell’Europa. Non si tratta di qualcosa di negativo, dal momento che le autorità di politica monetaria non agiranno o normalizzeranno i tassi in un modo che si rivelerà minaccioso per la ripresa”.
A tal proposito, “i mercati azionari possono a volte rispondere in modo esagerato (a questa prospettiva) e inoltre i mesi estivi possono essere caratterizzati da volumi molto bassi, ed essere molto illiquidi. Dunque, la realtà economica è molto più positiva rispetto a quanto stiamo vedendo nei mercati azionari”.
Tornando alla Fed: “i dati economici Usa non richiedono un cambiamento improvviso di politica, ma il problema è che la Federal Reserve si trova di fronte a tassi di interesse estremamente bassi, e desidera per questo normalizzare i tassi in un modo molto ordinato. Il modo per agire in questo modo, è quello di iniziare presto ed essere capaci di procedere lentamente.
Glassman è dell’idea che, “a meno che non succeda qualcosa di davvero spaventoso”, con “molta probabilità” i tassi saranno alzati a settembre.
Non la vedono allo stesso modo gli analisti di Morgan Stanley, che puntano su dicembre.
“Prevediamo che la Fed rimarrà cauta, prima di prendere una decisione e procedere con un rialzo dei tassi di interesse”. Di conseguenza, “riteniamo che non agirà a settembre ma in un futuro non troppo distante. Siamo convinti che quel futuro non troppo lontano sia dicembre”.
A concordare con Morgan Stanley è l’ex segretario al Tesoro Usa, Lawrence Summers, che avverte che un rialzo dei tassi non solo a settembre, ma quest’anno, sarebbe “un errore pericoloso”. (Lna)