NEW YORK (WSI) – “Se c’é qualcuno che non può lamentarsi è proprio l’Italia, sento molte più lamentele per la comprensione mostrata”. Jean-Claude Juncker, presidente della Commissione europea, in un’intervista resa ad Avvenire, rimanda al mittente le critiche sollevatesi in Italia dopo che aveva parlato di possibili “conseguenze spiacevoli” per Italia e Francia.
“Avremmo potuto – dice – attivare per l’Italia una procedura per debito eccessivo. Invece ho parlato con Renzi, per il quale nutro sentimenti di amicizia, anche al G20 in Australia e gli ho detto: se voi mostrate la volontà di intraprendere le necessarie riforme, per favore scrivetemi una lettera per dirmelo. E questo l’Italia l’ha fatto”. Juncker spiega che la Commissione, nel caso dell’Italia e della Francia, ha “agito in modo politico, non burocratico. Dobbiamo prendere atto che l’intera situazione economica anche a livello globale è drammaticamente peggiorata”.
Questo dimostra che “si tratta di una Commissione politica e che dunque non siamo per un’attuazione burocratica del Patto di stabilità '”, aggiungendo che il patto “non e’ mai stato applicato in modo più flessibile”.
Il numero uno dell’esecutivo europeo non perde l’occasione per togliersi un altro sassolino dalle scarpe. Ribadendo l’amicizia con Renzi e per l’Italia (“un Paese che amo”), Juncker critica il fatto che il premier “in numerose dichiarazioni pubbliche ha suscitato l’impressione che la Commissione sia una macchina trascinata da cieca burocrazia”. (mt)