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Juve: Exor nega rumors su vendita. Quanto potrebbe valere in Borsa? Alcuni numeri

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Giornata molto volatile per il titolo Juventus che è questa mattina è arrivato a guadagnare in avvio il 4,8% (il più alto dal 1° giugno su base intraday), a un massimo di 0,33 euro per azione, e ora viaggia in rialzo del 3,8% a 0,32 euro. A raffreddare in parte l’euforia sul titolo la smentita in mattinata da parte di Exor, la holding della famiglia Agnelli, riguardo alla notizia diffusa dai media secondo cui sarebbe in vendita la Juventus Football Club, la storica squadra italiana penalizzata in campionato la scorsa stagione per irregolarità contabili.

La notizia e la smentita

Il quotidiano Il Giornale ha riportato che gli Agnelli si stavano muovendo in vista di una vendita, citando la crescente attenzione della famiglia verso attività e investimenti al di fuori dell’Italia. Ma non solo. Secondo la carta stampata, il Club sarebbe in vendita, a causa di difficoltà di gestione e conti: “Exor fiorisce, ma il rosso del club non è più sostenibile”, scrive Il Giornale, ricordando perdite per 240 milioni di euro e ricavi inferiori a 600 milioni. Proprio per questo John Elkann starebbe valutando la cessione, per non meno di 1,5 miliardi di euro, “un’impresa non facile ma non impossibile”, scrive il quotidiano.

Ma Exor, che controlla la società, ha gettato acqua sul fuoco: “Le ipotesi ventilate oggi da un quotidiano relativo alla cessione della Juventus FC sono destituite di fondamento“. Così un portavoce di Exor, che controlla il club, ha commentato le indiscrezioni apparse su Il Giornale, secondo cui “il rosso del club non sarebbe più sostenibile” ed Exor avrebbe intenzione di cederlo. Secondo il quotidiano, Andrea Agnelli, “dopo grandi trionfi non è riuscito a tenere dritta la barra della società”, si legge.

Quanto vale Juventus in borsa?

[/media-credit] Fonte: Consob

Riguardo al capitale sociale della Juventus, stando a quanto riporta il sito della Consob, al 6 settembre 2023, la composizione del capitale di Juventus Football Club SpA risultava essere il seguente: flottante pari al 15,172%, il 77,874% a Exor e il 6,954% a Lidsell Train Ltd.

[/media-credit] Fonte: Bloomberg

Con una capitalizzazione di mercato attuale pari a 803,7 milioni di euro, il 77,874% detenuto da Exor è pari a 625,9 milioni in Borsa. In base, invece, all’Enterprice Value (EV), misura economica che riflette il valore di mercato di un’azienda, pari a 1,125 miliardi di euro (fonte Bloomberg) il 77,874% detenuto da Exor equivale a 876,17 milioni.

“Exor avrebbe messo in vendita la Juventus ad una valutazione non inferiore a 1,5 miliardi (riteniamo si riferisca al 100%) contro l’attuale capitalizzazione di mercato di 0,9 miliardi”, scrivono gli analisti di Equita, sottolineando che “ai prezzi attuali di mercato la partecipazione del 63,8% nella Juventus vale solo il 2% del Nav (0,5 miliardi)”. Se la notizia venisse confermata, a prescindere dal prezzo, “sarebbe comunque positiva in quanto negli ultimi cinque anni Exor ha iniettato 0,45 miliardi per gli aumenti di capitale necessari per riequilibrare il bilancio e riteniamo non si possa escludere la necessità di ulteriori interventi in futuro”, spiega Equita.

Gli Agnelli e la Juventus

Sotto la guida di Andrea Agnelli, la squadra torinese ha vinto una serie di titoli del massimo campionato italiano (Serie A). Ma la sua reputazione si è affievolita dopo il tentativo di partecipare alla nascente Super League europea, un progetto che si è sgretolato pochi giorni dopo il suo lancio. Inoltre, il presidente della Juventus, Andrea Agnelli, e l’intero consiglio di amministrazione si sono dimessi alla fine dello scorso anno in seguito all‘indagine sui documenti finanziari della società. Quest’anno la federazione calcistica italiana ha sanzionato la Juventus per le irregolarità contabili, facendola retrocedere nella classifica della Serie A e facendole perdere competizioni importanti come la Champions League.

Per la squadra bianconera il 2022, con una perdita di 239 milioni e 18 riunioni del cda per affrontare azioni legali, non è stato un anno semplice. Lo ha spiegato John Elkann, amministratore delegato di Exor, nella sua consueta lettera agli azionisti pubblicata ad aprile. “In misura maggiore rispetto a molte delle nostre Società, nel 2022 la Juventus si è trovata ad affrontare crescenti difficoltà interne ed esterne, che hanno messo il Club a dura prova. La Juventus ha fatto registrare una perdita significativa di 239 milioni nell’anno”, spiega, “e per la prima volta dal 2011 la squadra maschile non ha vinto nessun titolo. Ma sono state le azioni legali contro il club che hanno finito per occupare il Consiglio di Amministrazione della società, che si è riunito 18 volte nel corso dell’anno. Il livello di pressione è cresciuto tanto che il Consiglio di Amministrazione ha deciso di rassegnare le dimissioni per consentire alla società di tutelarsi nel modo più efficace contro accuse che vanno da presunte irregolarità contabili alle comunicazioni imprecise ai mercati finanziari relative prevalentemente alla compravendita di giocatori e agli accordi sugli stipendi degli stessi. La Juventus nega ogni illecito”.

L’interesse di Exor per altri business

Gli Agnelli, una delle famiglie più ricche e importanti del Paese, sono i discendenti del fondatore della Fiat Giovanni Agnelli. Il clan miliardario ha partecipazioni in tutto il mondo, tra cui una partecipazione nella casa automobilistica Stellantis, la multinazionale che comprende anche Fiat, e un recente investimento in Philips. Il 14 agosto Exor è infatti diventato investitore di lungo termine in Philips supportando la strategia della società. Prosegue così lo shopping della holding della famiglia Agnelli che punta ancora al mondo della salute, e più precisamente sulla tecnologia per il settore della salute.

Un capitolo ampiamente approfondito e spiegato in occasione della presentazione della lettera agli azionisti lo scorso aprile. “Nel 2022 abbiamo approfondito la nostra conoscenza nel settore della salute (healthcare) e abbiamo investito quasi 1 miliardo di euro. Questo settore continuerà a crescere nel corso dei prossimi decenni, per rispondere alle esigenze di una popolazione globale che diventa sempre più anziana. Ad esempio, mentre la spesa sanitaria negli Stati Uniti per le persone di età compresa tra 0 e 44 anni ruota tra i 3mila e 5mila dollari all’anno, questi costi aumentano di otto volte per le persone di età pari o superiore agli 85 anni. In un mondo con una popolazione che cresce e vive più a lungo, cresce l’urgenza di ridurre i costi e migliorare la qualità dei sistemi sanitari, creando interessanti opportunità di impiego dei capitali”, ha spiegato John Elkann, al timone di Exor, citando alcuni recenti investimenti nell’ambito della salute come Institut Mérieux, Lifenet Healthcare e alcuni investimenti con società tech early stage attraverso Exor Ventures.