Economia

Kazakistan entra nella guerra valutaria, tenge crolla -23%

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ROMA (WSI) – Effetto domino della svalutazione dello yuan da parte della Cina. La decisione della People’s Bank of China, la scorsa settimana,di svalutare per tre giorni consecutivi il renmbimbi, ha scatenato o meglio intensificato la guerra valutaria, soprattutto in Asia.

Crolla il tenge kazako, con un tonfo -25% nei confronti del dollaro, dopo che la banca centrale ha deciso di far oscillare liberamente la moneta nei confronti del biglietto verde nella giornata di ieri, permettendole di scivolare -4,7% contro il dollaro, al massimo dalla svalutazione di 18 mesi fa, e a un valore fino a 196,88, il minimo da almeno il 1994.

Oggi, la banca centrale è andata oltre, eliminando la banda di oscillazione, e provocando un tonfo record -23%. Un dollaro ora vale 257,21 tenge. Kairat Kelimbetov, governatore della Banca centrale, ha spiegato che “questa non è una svalutazione, questa è una transizione verso un tasso di cambio libero, quando è il mercato stesso a determinare un rapporto di cambio equilibrato, sulla base della domanda e dell’offerta”.

Poco mosso invece lo yuan cinese, a 6,4399 nei confronti del dollaro dopo gli interventi della Banca centrale. Da segnalare che la Cina non ha solo svalutato la propria moneta, ma è intervenuta anche per sostenerla, sebbene con un apprezzamento di appena +0,08%, in ogni caso al record da giugno.

Il Kazakistan aveva già reso noto alla metà di luglio che avrebbe consentito al tenge – che era stato svalutato nel febbraio del 2014 – di deprezzarsi nei confronti del dollaro, alzando il tetto del corridoio di 10 tenge, a 198 per dollaro. Quella di oggi è stata la terza svalutazione della valuta, che si è tradotta nell’eliminazione del peg.

Da allora, tuttavia, il quadro è peggiorato per la seconda economia post-sovietica e secondo maggiore produttore di petrolio dopo la Russia: i prezzi del petrolio sono scesi sotto $50 e il rublo – la Russia è il principale partner commerciale del Kazakistan èd crollato di nuovo, perdendo -15% e scivolando -46% negli ultimi 12 mesi.

In piĂą la Cina ha dato il via a una nuova guerra valutaria, provocando con la svalutazione dello yuan un nuovo bagno di sangue tra le valute dei mercati emergenti. E ieri il Vietnam ha svalutato di nuovo il dong.

Intervistato da Reuters, Demetrios Efstathiou, rsponsabile del CEEMEA Strategy presso ICBC Standard Bank, ha scritto: “Avevamo previsto una svalutazione ad agosto tra il 10-15%, “per convincere la popolare locale a convertire alcuni dollari Usa in tenge al fine di allentare l’enorme pressione di liquidità sul tenge nel sistema”. (Lna)