NEW YORK (WSI) – Come insegnano i testi di scuola, gli economisti austriaci sostengono che le banche centrali siano la causa del cosiddetto ciclo economico, attraverso un costante aumento dell’offerta di moneta (inflazione monetaria) grazie al sistema monetario detto Fiat Currency ovvero la moneta legale, fiduciaria.
Secondo loro, insomma, un mercato libero getta le basi e condizioni ideali per la crescita, mentre per i Keynesiani, la cui teoria si oppone a quella classica, esso può portare anche alla povertà.
Quanto successo negli ultimi anni – con lo scoppio della crisi finanziaria e la caccia a strumenti finanziari rischiosi derivati – sembra dare ragione ai Keynesiani.
L’economista britannico ha spostato l’attenzione dell’economia dalla produzione di beni alla domanda, osservando come in talune circostanze la domanda aggregata è insufficiente a garantire la piena occupazione. Di qui la necessità di un intervento pubblico di sostegno alla domanda, nella consapevolezza che altrimenti il prezzo da pagare è un’eccessiva disoccupazione.
Ma siamo sicuri che l’intervento dei governi promosso da sia davvero salutare? Per gli austriaci la liquidità è una “trappola”.
Per Keyens, come si vede nell’infografica esplicativa a fianco, il tasso di interesse non è il “premio per il risparmio” o, in altri termini, “per l’astensione dal consumo abituale”, ma, piuttosto, esso rappresenta il costo-opportunità di detenere la moneta in forma liquidità.