Il premio Nobel per l’Economia Paul Krugman teme la nascita di un governo protezionista, sovranista ed euro scettico, sottolineando che la gente non è abbastanza preoccupata per la situazione italiana.
Secondo Krugman, le politiche del governo M5S-Lega rappresentano una “minaccia per l’ordine liberale”. Le sue parole fanno eco a quelle spese dall’illustre editorialista del Financial Times Wolfgang Munchau, secondo cui potremmo essere a un punto di svolta con l’arrivo della “fine della democrazia liberale“.
Con il presidente della Repubblica Sergio Mattarella che si appresta a dare l’incarico a Giuseppe Conte per la formazione del governo giallo-verde, ribattezzato da Luigi Di Maio e Matteo Salvini l’esecutivo “del cambiamento”, si moltiplicano gli allarmi da parte delle élite finanziarie e degli economisti liberali.
Sul suo account Twitter Krugman, opinionista del New York Times, rimanda all’articlo di Munchau sottolineando che “a suo modo è una minaccia per l’ordine liberale paragonabile al trumpismo“, aggiunge anche che “la gente non è abbastanza preoccupata per la situazione italiana”.
Munchau aveva scritto che “la compiacenza sulla popolarità crescente dei partiti populisti è tipica di un sistema politico fallimentare“.
Paragonare i nazionalisti e i populisti di oggi ai nazisti e fascisti degli Anni 80 e 90 non ha senso, ma si può tracciare “un parallelo tra la caduta della Repubblica di Weimar in Germania e la vulnerabilità delle élite libeali europee“.
“Alcuni dei difensori dell’ordine liberale stanno compiendo gli stessi errori fatti, per esempio, dal partito tedesco centrista all’inizio degli Anni 30”. Entrambe le fazioni, osserva Munchau, stanno colpevolmente “sottovalutando la portata della minaccia cui devono fare fronte”.
Anche Draghi è impotente davanti a minaccia politica
A quel punto Munchau inizia a fare riferimenti diretti a M5S e Lega, puntualizzando che per qualcuno come Salvini, una crisi finanziaria non è una minaccia ma una promessa, che gli consente di staccare la spina all’appartenza all’area euro“.
Anche alcuni membri del MoVimento 5 Stelle preconizzano la fine dell’area euro come la conosciamo ora. I fautori dell’ordine liberale sostengono che i mercati finanziari si opporranno a una ribellione, ma una crisi potrebbe essere proprio l’occasione per offrire ai partiti al governo una scusa per riconquistare piena sovranità, secondo Munchau.
Sebbene al contrario della prima bozza nella versione definitiva del contratto di governo firmato dalle due forze politiche non compare più un meccanismo di uscita dall’euro, che in Italia peraltro richiederebbe una revisione della costituzione per poter modificare i trattati, è risaputo che la Lega vorrebbe porre le basi per un addio all’Eurozona.
L’editorialista si chiede allora se Mario Draghi e il capo del Quirinale Sergio Mattarella saranno in grado di scongiurare un simile scenario. Il presidente della Bce ha salvato l’euro nel luglio del 2012, ma “riuscirà a salvare anche la democrazia liberale?”.
Il suo scudo principale anti crisi, il programma Outright Monetary Transactions, in questo caso è impotente. “L’OMT è disegnato per aiutare i governi che si trovano sotto l’attacco degli speculatori”, ma non per quelle strutture statali liberali che si trovano sotto la minaccia delle sue stesse forze politiche elette dal popolo.
Ma a parte le ambizioni di indipendenza monetaria, a preoccupare Munchau è anche la possibilità che con le misure di stimolo fiscale allo studio, pur provocando un aumento del deficit pubblico, Lega e M5S riusciranno ad alimentare la ripresa economica. Potranno così trarne enorme vantaggio politico, rafforzando la propria credibilità.