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L’America cresce: fiducia consumatori e vendita case ai massimi dal 2008

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NEW YORK (WSI) – Cambio di rotta nel finale per Wall Street che, dopo una seduta all’insegna degli acquisti, chiude in rosso. Secondo gli analisti, il cambio di umore sul floor sarebbe dovuto al peggioramento della crisi irachena dopo alcuni bombardamenti aerei nella regione occidentale di al Anbar. A fine seduta il Dow Jones cede lo 0,70% a 16.818 punti, il Nasdaq lascia sul terreno lo 0,43% a 4.350 punti e lo S&P 500 perde lo 0,64% a 1.950.

Il petrolio ha chiuso in calo: il contratto con scadenza ad agosto è sceso di 14 centesimi a 106,03 dollari al barile. I titoli di Stato americani continuano positivi con rendimenti in calo al 2,58% per il benchmark decennale e al 3,4% per il titolo trentennale. Sui mercati valutari, l’euro procede invariato a 1,3603 dollari mentre il biglietto verde avanza contro lo yen a quota 101,97.

Non sono bastati i dati macro superiori alle attese. A partire dalla fiducia dei consumatori, salita a giugno, ai massimi da gennaio 2008. L’indicatore si e’ attestato a quota 85,2 punti contro un consensus di 83,8 punti e il dato di maggio, rivisto al rialzo a 83,5 punti.

Notizie positive sono arrivate dal fronte immobiliare. Le vendite di case nuove negli Stati Uniti sono aumentate in maggio del 18,6% alla quota destagionalizzata di 504.000 unità, anche in questo caso, ai massimi dal 2008. Il dato reso noto dal dipartimento del Commercio è nettamente migliore delle attese degli analisti che si attendevano un rialzo a quota 435mila. Il governo ha rivisto al ribasso il dato di aprile da 433mila a 425mila.

Nel frattempo, i prezzi delle case, ad aprile, sono cresciuti meno del previsto su base annuale e su base mensile, come mostra l’indice Standard & Poor’s/Case-Shiller, che misura l’andamento dei prezzi delle abitazioni americane. Nei dodici mesi terminati ad aprile l’indice relativo alle dieci principali aree metropolitane è cresciuto del 10,8%. Quello relativo alle maggiori venti città è salito del 10,8%, il passo più lento da marzo 2013, meno dal 12,4% di marzo e meno anche dell’11,4% atteso dagli analisti.

Gli occhi degli investitori, anzi le orecchie sono puntate anche ai discorsi di alcuni presidenti della Federal Reserve, previsti per oggi, incluso il presidente della Fed di Filadelfia, Charles Plosser. Quest’ultimo, a sorpresa, ha detto che la Fed potrebbe aumentare i tassi già dal prossimo trimestre. Una previsione che va in contrasto con le dichiarazioni della maggior parte delle Fed, che prevedono un rialzo non prima dell’estate 2015.

Sul fronte iracheno, il segretario di Stato John Kerry è nella regione del kurdistan iracheno, dove spera di persuadere i leader a non fare marcia indietro dal processo di transizione politica a Baghdad dopo che le forze curde hanno preso il controllo della città di Kirkuk strategica dal punto di vista petrolifero.

Tra i titoli in evidenza, Micron Technology ha annunciato ieri un utile in forte rialzo per il terzo trimestre e un outlook sui ricavi entrambi sopra le attese degli analisti evidenziando una stabilizzazione della domanda di Pc che sostiene la richiesta di memorie dram.

Abbot Laboratories ha raggiunto un accordo per acquisire il produttore farmaceutico russo Veropharm per 495 milioni di dollari. Secondo Bloomberg Monsanto sarebbe in colloqui preliminari con la svizzera Syngenta per un potenziale takeover.

Amazon è vicina a chiudere il contenzioso con Warner Bros sui prezzi degli home video, secondo il Wall Street Journal.