NEW YORK (WSI) – La crisi morde forte anche Oltreoceano. E le famiglie americane si scoprono incapaci di trovare una via d’uscita. Tutte le fasce di età della popolazione in qualsiasi stato d’America oggi sono toccate dalla mancanza di una ripresa convincente.
Secondo recenti sondaggi un americano su quattro nella fascia di età compresa fra i 45 e i 64 anni e almeno il 22% di chi ha oltre 65 anni non dispone di alcun reddito per far fronte alla sua vecchiaia. Il 49% non riesce a risparmiare nulla per la pensione, denuncia Adam Taggart, presidente di Peak Prosperity.
Chi è già in pensione spesso dipende dai programmi sociali. Lo fa almeno un terzo percependo in media un reddito pari a 1230 dollari al mese. Mentre un altro 34% di anziani riesce a fare fronte alle spese di base come la rate del mutuo o gli alimentari grazie all’utilizzo della carta di credito. In una recente analisi il Wall Street Journal ha calcolato che i costi del programma di assistenza sanitaria ai poveri, Medicare, superano attualmente i 42mila miliardi di dollari. Una cifra da capogiro a cui difficilmente riusciranno a far fronte le nuove generazioni di lavoratori che si indebitano a loro volta per far fronte alle rette universitarie.
Se ci spostiamo sul fronte delle aziende, il risultato non cambia. Con l’avanzare della crisi, i manager americani hanno deciso di votarsi all’automazione, alla ricerca di una produttiva più spinta che ha contribuito a impoverire ulteriormente la società. Milioni di posti di lavoro sono andati in fumo. Ma anche per chi un lavoro ce l’ha, la situazione non è semplice. Con il costo della vita in crescita, una famiglia americana che risparmia in media 50mila dollari l’anno oggi si trova in serie difficoltà.
Da Wall Street qualche banker abbozza dicendo che la Borsa ha rivisto i massimi dal 2001. Ma in molti economisti ritengono che sia tutto un bluff costruito sulla politica accomodante della Federal Reserve che spinge i tassi di interessi a livelli bassi, che sostiene la performance della Borsa. Il risultato, anche questa volta, potrebbe non essere molto edificante: finirà per creare una nuova bolla sulle azioni, le obbligazioni e anche sul mercato immobiliare.