New York – Il futuro della regione araba e degli equilibri geopolitici mondiali si gioca tutto in uno staterello del Golfo: il Bahrein. Dove la polizia ha iniziato in queste ore a sparare sui manifestanti insorti nel centro di Manama, la capitale.
Le possibilita’ che le rivoluzioni in Egitto e Tunisia potessero contagiare anche gli stati piu’ ricchi della regione del Golfo sono sempre sembrate remote. Ma ora che il Bahrein e’ in preda alle rivolte della popolazione scontenta e che molti governi di altri paesi stanno facendo i conti con migliaia di oppositori pronti a ribellarsi, lo scenario e’ cambiato.
Tanto che in un’intervista alla Bbc uno dei principi sauditi, Talal bin Abdul-Aziz Al Saud, ha ammesso che “a meno che i problemi del paese non vengono risolti, e solo il Re Abdullah e’ in grado di farlo, quello che e’ successo e che sta ancora succedendo e deve succedere nei paesi della regione araba, tra cui il Bahrein, potrebbe contagiare l’Arabia Saudita”.
Intanto – notizia di oggi – il Consiglio delle sei nazioni della Cooperazione del Golfo ha annunciato che potrebbe intervenire militarmente se il regime in Bahrein dovesse cadere.
In Libia se possibile la situazione e’ ancora peggiore. Occupato l’aeroporto a Bengasi, in fiamme le radio. Secondo l’opposizone, sarebbero almeno 50 i dissidenti morti negli scontri di questi giorni.
Ci sono stati ancora scontri nella notte, mentre, sempre secondo due diverse organizzazioni dell’opposizione in esilio, manifestanti anti-governativi, con l’appoggio di alcuni poliziotti che hanno deciso di disertare, sarebbero riusciti a sopraffare le forze di sicurezza libiche e ad assumere il controllo di Beida, in Cirenaica, terza città del Paese.
Per la gente che ha vissuto per anni sotto dittatura e’ chiaramente esilarante ed eccitante. Per Israele e Stati Uniti quell’amore della stabilita’ dello status quo, e’ allarmante. E’ proprio la paura dell’effetto domino che spiega il perche’ dell’importanza delle rivolte in atto Bahrein, che per gli equilibri geopolitici assumono una valenza addirittura superiore a quelle che hanno coinvolto Tunisia ed Egitto, portando alla cacciata dei rais Ben Ali e Hosni Mubarak.
L’arcipelago del Golfo Persico, le cui acque territoriali confinano con Qatar e Arabia Saudita, ha una delle popolazioni piu’ diversificate e ricche della regione: il reddito annuale pro-capite e’ di oltre $40.000. E’ anche un centro finanziario dell’area. L’Egitto – ad esempio – ha un reddito per persona di $6.200. Se salta il Bahrein, non c’e’ un solo altro governo mediorientale che potrebbe sentirsi al sicuro.