Se assunto con regolarità e in dosi controllate, il cioccolato è un alimento dalle virtù straordinarie con molteplici implicazioni per la salute ed il benessere, conosciuto sin dai tempi degli aztechi come tonico e corroborante fisico oltre a potente antiossidante in grado di contrastare l’azione dei radicali liberi.
Anche un esposizione regolare e controllata ai raggi solari produce notevoli benefici al nostro organismo: stimola la produzione di serotonina (ormone del benessere) e delle vitamina D, che allontana il rischio di osteoporosi, riduce la possibilità di contrarre infezioni e patologie infiammatorie, senza dimenticare il contributo dato al potenziamento del sistema immunitario grazie all’azione dei raggi ultravioletti.
Tuttavia chiunque è consapevole che un’abbuffata di cioccolato e un’esposizione prolungata ai raggi solari producono conseguenze devastanti sul nostro organismo, si va dalla costipazione all’eritema o dai calcoli biliari al melanoma. Quanto sopra rappresentato, per analogia lo potremmo affermare anche per la democrazia: quantità normali e ragionevoli sono assolutamente salutari per il benessere di una popolazione e l’economia di una nazione, un eccesso invece produce inesorabilmente forme di paralisi e contrazione economica.
L’Italia si è caratterizzata proprio di questo negli ultimi dieci anni: l’immobilismo associato alla cialtroneria della classe politica ha condotto alla sedimentazione delle forze conservatrici a danno delle istanze progressiste di rinnovamento e risanamento. Le primarie del PD o le recenti evoluzioni del PDL sono l’ennesima dimostrazione di come troppa democrazia sia deleteria: ad una forza politica o ad un paese che spera nell’intimo di rinnovarsi e cambiare, ma quando si trova a premere i pulsanti che inneschino la New Way queste ultime soccombono e non riescono ad avere il sopravvento.
La maggioranza degli italiani oggi denigra l’operato di Mario Monti, quello che ha fatto e quello che non ha fatto: sono pronto a scommettere con i lettori che tra due anni rimpiangeranno le purghe fiscali ed i modesti cambiamenti apportati durante il suo breve regno tecnocratico. L’Italia non ha la volontà (lo scontro Bersani/Renzi ne è l’ennesima dimostrazione) e la spinta inerziale interna per cambiare, una spinta che accenda realmente il motore della necessaria trasformazione italiana, colpendo tanto l’assetto della pubblica amministrazione quanto quello della sua dorsale produttiva.
Al di là dei novanta giorni di limbo finanziario che ci attendono sino alla prossima pagliacciata elettorale, potete con grande presunzione aspettarvi il commissariamento sovranazionale (forse ad opera del MES) dell’Italia dopo la consulta elettorale. Il quadro offuscato che già ora emerge, oltre ai proclami ballerini di Berlusconi, delinea una successiva fase di ingovernabilità del paese o peggio una ipotesi di governo di coalizione destinato a sfaldarsi al primo contrasto ideologico.
In questa parentesi di vita della nazione un eccesso di democrazia produrrà conseguenze devastanti e deleterie per tutti, famiglie, imprese e banche: preparatevi a vedere lo spread oltre 500 in poco tempo, con la fuga (già in corso) di operatori istituzionali del risparmio gestito dal mercato italiano, che lasceranno le banche italiane (e i loro depositanti) con il cerino in mano.
Tuttavia l’Italia non verrà lasciate affondare, la dipartita italiana corrisponderebbe a quel punto alla fine dell’Europa e dell’Euro e nessuno si può permettere questo esito finale. La risposta di aiuto pertanto non tarderà ad arrivare (anzi forse si stanno già sfregando le mani), e probabilmente sarà strutturata attraverso un mix ibrido di interventi da parte della BCE con le OMT (outright monetary transactions) e l’assistenza del MES (con i programmi coatti di bank recapitalization).
Solo che queste misure di conforto ed aiuto finanziario non saranno concesse ed erogate senza contropartita, per ricevere assistenza e supporto sovranazionale sarà necessario accettare, senza alcuna pretesa di sovranità e rappresentanza democratica, il protocollo di intesa previsto, tecnicamente si chiama Memorandum of Understanding, il quale consiste in un programma di azioni volte a ristrutturare l’economia e la finanza pubblica in Italia secondo quanto già comunicato nell’estate del 2011 con la famosa lettera inviata dalla BCE al precedente esecutivo.
Preparatevi a tal punto a vedere una spietata riforma del mercato del lavoro senza dimenticare l’accorpamento coatto della pubblica amministrazione e cosi via discorrendo. Come ho detto prima rimpiangerete Mario Monti. Mi auguro solo che in Italia più avanti negli anni riuscirà ad emergere un nuovo uomo forte che inizi ad utilizzare l’atomica italiana ovvero la parte del debito pubblico detenuta dagli investitori esteri. Tale montante finanziario (oltre 800 miliardi di euro) se macchiavellicamente manipolato e sfoderato sul piano mediatico può trasformarsi per l’Italia in una straordinaria arma di ricatto finanziario nei confronti di chi la sta invece detenendo, mentre ora, con rammarico, il ricatto lo stiamo subendo.
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