NEW YORK (WSI) – I pericoli che l’economia mondiale si trova a dover affrontare sono i piu’ grandi dai tempi del crac di Lehman Brothers nel 2008. E’ l’opinione espressa dall’ex capo del Tesoro Usa e consigliere economico di Barack Obama, Lawrence Summers.
In un’attenta analisi pubblicata suL Washington Post il professore di economia di Harvard spiega come la stagnazione secolare – ovvero l’incapacità del mondo industrializzato di registrare tassi di crescita soddisfacenti persino in un periodo di politiche monetarie ultra accomodanti – sia diventata sempre piu’ preoccupante ora che i principali mercati in via di Sviluppo, a cominciare dalla Cina, hanno iniziato a rallentare il passo.
Tutto questo crea lo “spettro di un ciclo vizioso globale, nel quale la crescita anemica dei paesi industrializzati indebolisce i mercati emergenti, che a sua volta provocano una frenata del mondo Occidentale”. Le economie industrializzate non possono permetterselo, non ora che stanno registrando a mala pena tassi del Pil sopra lo zero.
“Le autorità stanno prendendo sotto gamba i rischi sia di una nuova recessione in occidente sia di un periodo prolungato di crescita bassa inaccettabile”, avverte Summers, aggiungendo che “se una recessione globale dovesse materializzarsi, poi, i banchieri centrali non avrebbero le armi necessarie per rispondere”.
In Europa e Giappone i tassi di interesse rimarranno molto bassi in modo pressoché permanente, mentre negli Stati Uniti il ritorno alla normalità dovrebbe avvenire gradualmente e non prima del 2016. Per questo, “accelerare la crescita deve essere il primo obiettivo delle agende economiche” dei governi.
Insomma, sembra dire Summers, la classe politica non puo’ lasciare ancora una volta che siano i banchieri centrali a soccorrere ancora una volta le economie con le loro droghe e iniezioni di liquidità. Anche perchè Draghi, Yellen e Kuroda hanno finito le munizioni.
“Spesso i mercati finanziari si sono dimostrati inefficienti e imprecisi nei loro giudizi sui fondamentali economici. Ma per le autorità che hanno ignorato o sottovalutato i segnali avversi che offerti dai mercati, sono sempre stati guai. Come insegnano la crisi del debito europeo e la bolla dei mutui subprime”.
“Un altro giudizio senza appello lo offrono i mercati dei Bond, quelli piu’ liquidi al mondo. In nessun posto tra i paesi industrializzati c’è chi si aspetta che le banche centrali riescano a centrare nel futuro prossimo gli obiettivi del 2% di inflazione”.
L’obbligazionario offre un altro elemento di analisi cruciale: “i tassi reali sono rimasti impantanati in un trend al ribasso per quasi un quarto di secolo e il tasso medio nel mondo industrializzato nei prossimi dieci anni dovrebbe essere pari a zero, secondo le previsioni. Se i tassi rimarranno cosi’ bassi ancora a lungo – in Usa sono su livelli inferiori anche a quelli visti durante i periodi di Quantitative Easing – le economie non possono tornare a correre”.
Fonte: Washington Post
(DaC)