NEW YORK (WSI) – Venendo a sapere della decisione dell’Unione Europea di sospendere i finanziamenti alle istituzioni israeliane attive sui territori occupati dallo Stato ebraico nel 1967, si scopre che con i suoi soldi, versati tramite l’Ue, l’Italia paga anche Israele.
Secondo il premier israeliano Benjamin Netanyahu il blocco degli aiuti dell’Ue complica le chance di firmare un accordo di pace con i palestinesi. Lo ha detto al termine di un incontro con il delegato numero uno della diplomazia tedesca Guido Westerwelle. Che ha preferito fare finta di niente.
“Le istruzioni europee hanno compromesso le possibilità di pace, provocando un irrigidimento delle posizioni palestinesi orientati su obiettivi irrealisti. Penso che finirà per intralcerà il processo per mettere fine al conflitto”, ha commentato Netanyahu.
Westerwelle ha fatto orecchie da mercante, senza rispondere alle critiche del suo interlocutore nei confronti dell’Unione europea. Si è limitato ad auspicare l’esito positivo dei negoziati di pace tra i due popoli.
La Commissione europea ha deciso che a partire dal 2014 chiuderà i rubinetti verso le istituzioni israeliane che hanno sede nei territori occupati nel 1967, ovvero Cisgiordania e Gerusalemme est.
I negoziati per la pace in Medioriente procedono a rilento. Israele ha annunciato la liberazione di 26 detenuti palestinesi, di cui sono state comunicate anche le generalità, ma al contempo ha dato luce verde alla costruzione di nuove colonie.