ROMA (WSI) – I jihadisti dell’Isis in Libia, dopo aver conquistato la città di Derna, hanno ora preso possesso della città di Sirte e minacciano di avanzare su Misurata e poi soprattutto su Tripoli. Il ministro degli esteri italiano Gentiloni, dopo la notizia della presa di Sirte, ha dato ordine a tutti gli italiani rimasti, di abbandonare immediatamente il paese, dato che questo è completamente collassato e ci sono notizie di intelligence che danno per imminente un dilagare dei guerriglieri dell’ISIS e inoltre, con parole estremamente bellicose per la diplomazia italiana, ha detto che l’Italia è pronta a combattere e quindi ad intervenire sotto l’egida dell’Onu.
Ma perché l’Italia dovrebbe intervenire? Per prima cosa per difendere i propri interessi strategici, soprattutto il gasdotto che da Tripoli porta il gas in Italia, come descritto bene da questo articolo di Rischio Calcolato e seconda cosa perché l’ISIS, attraverso i suoi account Twitter ha fin da subito minacciato di colpire l’Italia con dei missili scud, che presumibilmente potrebbero arrivare fino in Sicilia. Nella seguente mappa possiamo analizzare la situazione strategica in Libia:
Come vedete, dopo Sirte i prossimi obiettivi del califfato sono la città di Misurata e poi la vecchia capitale Tripoli, mentre nell’ovest e ad est, il territorio è controllato dalle milizie militari laiche filoegiziane che a Tobruk hanno insediato l’unico governo riconosciuto a livello internazionale. La questione fondamentale è che Misurata e Tripoli sono parzialmente controllate dalle milizie islamiche dell’alleanza chiamata Alba Libica e quindi nei prossimi giorni capiremo se l’ISIS andrà allo scontro con queste o se invece ci sarà un’alleanza che porterà a chiudere un occhio all’avanzata dei jihadisti e quindi a lasciargli estendere il califfato su Tripoli e su Misurata. In tal caso è molto probabile che le milizie filoegiziane di Zintan intervengano.
Presumibilmente il governo italiano starà ancora a guardare per un po’, ma uno dei seguenti avvenimenti potrebbe spingerlo ad intervenire rapidamente:
1) Conquista di Misurata
2) Attacco alla città di Tripoli
3) Lancio di missile scud contro l’Italia
4) Attentato islamico sul suolo italiano
5) Sequestro di italiani in Libia
Uno dei seguenti fatti darebbe sicuramente l’occasione al governo italiano di farsi autorizzare dalle Nazioni Unite un intervento militare. Se le milizie islamiche di Alba Libica si alleano con i jihadisti o vengono “incredibilmente” sconfitte, l’intervento italiano sarà molto probabile, se invece queste daranno battaglia al califfato, l’Italia potrebbe prendere tempo ed aspettare l’evolversi degli eventi.
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In caso di intervento è molto importante fare un quadro della situazione delle forze presenti in Libia:
Milizie di Zintan: sono milizie laiche composte dai soldati vicini al decaduto governo di Gheddafi, sono fortemente appoggiate dall’Egitto a sua volta ormai divenuto filorusso. Presenti a Zintan, Tobruk e Bengasi
Alba Libica: sono milizie islamiche leggermente più moderate dell’ISIS e sono appoggiate da Turchia e Qatar. Presenti a Tripoli e Misurata e a Sirte.
ISIS: i guerriglieri che hanno giurato fedeltà al Califfato Islamico hanno la loro capitale in Libia a Derna ed ora hanno conquistato Sirte. Chi li appoggia rimane un mistero e rimandiamo all’articolo Chi c’è dietro l’ISIS?
Ora, se Alba Libica dovesse misteriosamente perdere o cedere territorio all’ISIS, a noi ci sembrerebbe un po’ sospetto, e quindi potrebbe essere che sia stata finanziata un’alleanza islamica “non-ISIS” per farle conquistare città chiave per poi farle perdere terreno e fare vincere velocemente il Califfato. Se questo dovesse avvenire, i sospetti su chi ci sia dietro gli islamisti diventerebbero sempre più forti.
Detto questo, come dovrebbe intervenire l’Italia? Probabilmente interverrà in alleanza con le milizie laiche di Zintan, quindi la nostra aeronautica farebbe dei raid contro i jihadisti e i nostri soldati presumo sbarcherebbero a Tobruk oppure a Tripoli in dei territori coperti dalle milizie laiche, oppure direttamente in Tunisia se questa dovesse appoggiare l’intervento italiano. Personalmente penso sia giusto intervenire in Libia per difendere i nostri interessi strategici e per evitare il rischio di essere colpiti da missili, ma come abbiamo scritto per la Giordania, questa potrebbe essere una trappola e l’Italia si troverebbe in una guerra ibrida difficile da gestire: l’opinione pubblica e il parlamento italiano saranno in grado di sopportare decine se non centinaia di soldati italiani uccisi? Saranno in grado di sopportare l’esplosione del debito pubblico per spese militari? Saranno in grado di sopportare di venire colpiti dall’interno con diversi attentati? La situazione potrebbe facilmente diventare questa, soprattutto se il nostro governo interverrà con un contingente limitato che potrebbe anche venire sconfitto, dato che si combatte con guerriglieri esperti.
L’ISIS sembra essere come un agente patogeno con il quale se si viene a contatto si va in rovina e soprattutto, pensiamo bene agli schieramenti di cui abbiamo parlato sopra; pensate veramente che gli americani e i turchi staranno a guardare mentre sconfiggiamo gli islamisti e aiutiamo le milizie filoegiziane e quindi filorusse di Zintan a riprendersi il paese? Probabilmente no e questo significa che i miliziani islamici saranno segretamente ben riforniti e ben equipaggiati, in maniera tale da poter fronteggiare quasi alla pari gli italiani. Incredibilmente un piccolo intervento militare in Libia, potrebbe avere conseguenze enormi sulla stabilità del nostro paese e forse anche questo non è casuale e chi segue questo blog, penso intuisca di cosa stiamo parlando.
Concludiamo dicendo che anche l’Italia si appresta ad entrare nella Terza Guerra Mondiale. Se interverrà con un piccolo contingente sarà un disastro; se intervento ci deve essere dovrà essere massiccio, altrimenti saremmo travolti e rischiamo di essere sconfitti, fare una figuraccia internazionale, vedere incrementare il debito pubblico per le spese militari e inoltre essere vittima di attentati interni. Conoscendo i nostri governanti e la loro capacità, non starei affatto tranquillo, sono riusciti a devastare il paese in tempo di pace, non voglio pensare in tempo di guerra.
Fonte: Hescaton