(WSI) – Ci accingiamo a vivere la fine della settimana dovendo per forza di cose essere ripetitivi nella parte del commento macroeconomico. Si, perché i mercati adesso sono mossi tutti dalle aspettative sul QE che potrebbe avvenire il prossimo novembre da parte della Fed ed il tema dominante rimane senza dubbio la vendita di dollari a livello globale.
Ieri sono stati rilasciati i dati sui prezzi alla produzione industriale, usciti in aumento di 0.3 punti percentuali sull’anno, rispetto alle aspettative che si attestavano a +3.7%, un valore comunque ancora troppo basso per far sì che le aspettative sull’inflazione possano cambiare, naturalmente a rialzo.
Rilasciati anche i jobless a 462k, contro aspettative di 445k. Il mercato non ha reagito in maniera particolare a questi dati e vedremo se oggi, con la pubblicazione di qualche dato importante, lo farà. Attendiamo infatti alle 14.30 le vendite al dettaglio a +0.4%, il CPI che è atteso a +0.2% sul mese ed a +1.2% sull’anno, mentre alle 15.55 verrà rilasciato l’indice di fiducia dell’università del Michigan, atteso a +69 dalla maggior parte degli analisti, ma che secondo noi potrebbe risultare anche più basso delle attese (attenzione perché ultimamente questo dato risulta essere un buon market mover che crea volatilità).
Le borse hanno chiuso in territorio negativo ieri ed il Vix Index si trova al minimo, a livelli che non si vedevano da aprile, ma questo a nostro avviso anziché essere interpretato come un segnale di tranquillità tra gli operatori, deve essere considerato come un campanello d’allarme, indicativo della quiete prima di una possibile tempesta.
Già, perché i livelli che stiamo vedendo, soprattutto su cambi delicati per gli equilibri economici internazionali come il UsdJpy ed il UsdChf, sono davvero importanti e possono sfociare in ulteriori sfoghi del mercato.
Un altro fattore che ci impone di stare attenti e che ci suggerisce di non entrare contro trend sui principali movimenti è l’oro, avvicinatosi così tanto a 1.400,00 dollari l’oncia che, tecnicamente, pensiamo proprio andrà a vedere quei livelli, confermando il suo status quo di bene rifugio e di suggeritore di come posizionarsi in momenti delicati come quelli che stiamo vivendo.
Fortunatamente, il petrolio rimane su livelli fondamentalmente accettabili ai prezzi di oggi, ma attenzione che in caso di perdita ulteriore di valore da parte del biglietto verde, esso non potrà far altro che salire (il petrolio si paga in dollari, e se essi valgono poco…)
Passiamo ora a concludere la settimana con l’ultimo appuntamento di analisi tecnica.
L’immancabile eurodollaro, dopo aver raggiunto ieri in mattinata un nuovo massimo a 1.4120, ha stornato una figura esatta andando così ad appoggiarsi a quella linea statica di supporto che consideriamo la più importante nel breve, 1.4010. Per una ripresa in giornata quindi attenzione al livello appena descritto ed al ritorno dei prezzi al di sopra dell’altro livello individuabile a 1.4065.
Specularmente il cambio UsdJpy ha fatto registrare un nuovo minimo, 80.90, da cui poi è ripartita una salita, in questo caso di 80 punti. Purtroppo non crediamo che la situazione possa cambiare nell’immediato (a meno di dichiarazioni forti del ministro Shirakawa stamattina) e un grafico orario evidenzia bene questo fatto: siamo in una tendenza ribassista molto forte il cui livello di eventuale rottura potrebbe trovarsi al di sopra della trendline ribassista, quindi 82.35. A rafforzare un’ulteriore movimento di ripresa, potrebbe essere utile osservare il grafico a 4 ore valutando l’eventuale rottura del minimo del 14 settembre scorso a 83, livello confermato dalla media mobile esponenziale a 100 periodi.
Passiamo ora ad osservare il cambio EurJpy, dove non possiamo che notare con piacere quante altre volte il livello nei pressi di 114.70 sia stato testato come livello di resistenza. Questo non fa altro che rafforzare ulteriormente l’idea di un aumento di volatilità al di sopra di questo con buona probabilità di funzionamento di metodologie di breakout. Il livello di supporto nell’immediato si trova piuttosto vicino, 113.90-114, in grado se rotto di lasciare deprezzare il cambio di un punto percentuale esatto.
Vediamo ora il cable dove i prezzi si stando mantenendo in equilibrio prossimi a 1.60. Come abbiamo già avuto modo di vedere ieri mattina il livello da considerare nel breve affinché questo movimento di risalita rimanga tale è 1.5965.
Il cambio GbpJpy, dal pullback di ieri mattina sulla trendline di breve a 129.70, ha percorso una strada di salita sino al massimo di 130.50, toccato parecchie volte (7) dalla seconda parte del pomeriggio di ieri. I due livelli di breve sono ora chiari: uno spunto un po’ di più ampio respiro suggerisce che la rottura della resistenza avrebbe spazio di riportare i prezzi verso l’altra trendline importante, passante oggi per 131.70.
Vediamo ora l’euro nei confronti della sterlina in quanto si potrebbe configurare nelle prossime ore un livello importante. Stiamo sempre facendo riferimento a quella linea di tendenza che abbiamo osservato da giorni, con origine il 10 settembre scorso. Ebbene per le prossime ore transita a 35 punti dal livello attuale, precisamente 87.35. 88 figura possiamo ipotizzare sia la prima resistenza nel breve.
Concludiamo con il franco svizzero. Nei confronti del dollaro continuiamo a sostenere che una ripresa ad indebolirsi (quindi di salita del cambio) potrà avvenire solamente con la rottura definitiva di 0.9750 (trendline su grafico daily o a candele di 4 ore confermata da medie mobili). Per il cambio EurChf invece vediamo che si riavvicina il livello di 1.35, al quale non solo troviamo massimi precedenti, anche in questo caso su grafico giornaliero, ma anche la “fedele” media mobile esponenziale a 100 periodi che tanto precisamente ha funzionato i mesi passati.
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