Il consiglio arriva dall’uomo più ricco del mondo per Forbes Magazine. Investite in Colombia, dice Carlos Slim, perchè il paese beneficerà dell’ampia presenza di materie prime e dunque del boom del settore.
Secondo quanto riportato da Bloomberg, Slim stesso ha intenzione di espandere i servizi di piattaforme petrolifere e di esplorazione nel paese. L’investitore miliardario – le cui quote di capitale in varie società si sono attestate a un valore di 70 miliardi di dollari nel 2010 – ha partecipazioni in Bronco Drilling e Allis-Chalmers Energy, aziende Ua che forniscono servizi petroliferi.
“Il governo (colombiano) sta cercando attivamente di sviluppare la propria industria petrolifera e sta promuovendo altri investimenti – precisa – Stiamo dunque guardando al di là del business delle telecomunicazioni attraverso cui operiamo in Colombia da 10 anni”.
D’altronde i numeri parlano chiaro: il paese ha attratto 6,5 miliardi di dollari di investimenti diretti effettuati dall’estero nel corso del terzo trimestre del 2010. L’indice azionario di riferimento IGBC è balzato poi nello stesso arco temporale del 27%, rispetto alla crescita del 20% dell’azionario messicano e il calo dello 0,8% dell’indice brasiliano. La valuta di riferimento, il peso colombiano, è salita inoltre sempre nel 2010 del 3,7% rispetto al dollaro.
La Colombia può rivelarsi dunque a buon ragione il nuovo Eldorado degli investimenti grazie ai suoi asset di materie prime, in un momento in cui secondo Slim la richiesta dei mercati emergenti continua a essere forte, a dispetto di quanto si va ultimamente dicendo. La Cina e l’India, per esempio, hanno bisogno ancora di ulteriori risorse per soddisfare le necessità della classe media.
E non solo. Il deprezzamento del dollaro sta portando i governi di questi paesi a preferire gli investimenti in commodities. I governi, sottolinea Slim, “non vogliono possedere Treasury. Il dollaro è debole e non attrae interesse, mentre con le commodities si creano riserve per garantire i consumi interni”.
“Noi crediamo in tutta l’America latina ed è per questo che stiamo investendo (nell’area) – conclude Slim – Le variabili economiche sono solide e molti di questi paesi dispongono di materie prime che hanno prezzi buoni”. Le stesse previsioni della Banca centrale colombiana parlano di una crescita del pil quest’anno del 4,5% circa dopo il rialzo stimato tra il 3,7% e il 4,1% durante il 2010.
Allentate anche le tensioni interne, con i guerriglieri che hanno ridotto in modo notevole gli attacchi contro i tubi petroliferi, le autostrade e i ponti a 76 casi nel 2009 dai più di 800 nel 2002