La Banca Centrale turca ha annunciato un ulteriore aumento dei tassi di interesse, proseguendo la tendenza opposta agli interventi di taglio dello scorso anno. Il Comitato di politica monetaria ha deliberato un incremento dal 35% al 40% del tasso di riferimento, affermando che questa stretta monetaria è vicina al livello necessario per stabilizzare il percorso di disinflazione. L’istituto centrale ha dichiarato che il ciclo restrittivo sarà completato nel breve periodo e che i tassi rimarranno elevati “per tutto il tempo necessario per garantire la stabilità dei prezzi”, adottando toni simili a quelli della Federal Reserve (Fed) e della Banca Centrale Europea (BCE).
L’inflazione complessiva è scesa a ottobre al 61,36% rispetto al 61,53% di settembre e, secondo la Banca Centrale della Repubblica di Turchia, tale dato rimane in linea con le prospettive a medio-breve termine. Tuttavia, la Banca Centrale turca sottolinea che le pressioni inflazionistiche persistono a causa del livello attuale della domanda interna, della rigidità dell’inflazione dei servizi e dei rischi geopolitici.
Nonostante questo, il Comitato ha rilevato segnali di ripresa nelle aspettative di inflazione e nella politica dei prezzi, attribuendo ciò al miglioramento delle condizioni di finanziamento esterno, all’incremento continuo delle riserve valutarie, all’impatto positivo del riequilibrio della domanda sul saldo delle partite correnti e all’aumento della domanda interna ed estera di attività denominate in lire turche. Tutti fattori che contribuiscono in modo significativo alla stabilità del tasso di cambio e all’efficacia della politica monetaria.
Il governatore della Banca Centrale turca, Hafize Gaye Erkan, ha confermato l’intenzione di proseguire sulla strada del rialzo dei tassi, abbandonando la politica di tagli degli interessi attuata lo scorso anno, seguendo i suggerimenti del presidente Recep Tayyip Erdogan. La banca ha specificato che, tenendo conto degli effetti cumulativi e ritardati della stretta monetaria, il Comitato continuerà a prendere decisioni al fine di creare le condizioni monetarie e finanziarie necessarie per ridurre la tendenza di fondo dell’inflazione e raggiungere l’obiettivo di inflazione del 5% nel medio termine.