Alla fine la Bce ha alzato di 50 punti base i tre tassi di interesse chiave. Di conseguenza, il tasso di interesse sulle operazioni di rifinanziamento principali e i tassi di interesse sulle operazioni di rifinanziamento marginale e sui depositi presso la banca centrale saranno portati rispettivamente allo 0,50%, allo 0,75% e allo 0,00%, con effetto dal 27 luglio 2022. Lo ha deciso la Bce nella riunione di oggi, in cui ha annunciato anche l’arrivo dell’atteso scudo anti-spread, chiamato Transmission Protection Instrument (TPI).
Il consiglio direttivo ha ritenuto opportuno compiere un primo passo più ampio nel percorso di normalizzazione dei tassi di policy rispetto a quanto segnalato nella precedente riunione. Questa decisione si basa sulla valutazione aggiornata dei rischi di inflazione e sul sostegno rafforzato fornito dallo strumento di protezione della trasmissione per un’efficace trasmissione della politica monetaria. Così si legge nel comunicato stampa. Ma andiamo per ordine.
Il rialzo tassi di 50 punti base della Bce
Al termine del board l’istituto guidato da Christine Lagarde ha reso noto che i tassi sui depositi delle banche saliranno da -0,50% a 0, i tassi di rifinanziamento principale da 0 a 0,50% e i tassi di rifinanziamento marginale da 0,25% a 0,75%.
Si tratta del primo rialzo dei tassi dal 2011. Il Consiglio direttivo della banca centrale europea ha sostenuto che nelle prossime riunioni sarà opportuno procedere a un’ulteriore normalizzazione dei tassi di interesse.
Il futuro percorso dei tassi di interesse del Consiglio direttivo – si legge nel comunicato stampa – continuerà a dipendere dai dati e contribuirà al raggiungimento dell’obiettivo di inflazione del 2% nel medio termine. Nel contesto della normalizzazione della politica monetaria, il Consiglio direttivo valuterà le opzioni per remunerare le disponibilità di liquidità in eccesso.
Programma di acquisto di attività (APP) e programma di acquisto di emergenza per le pandemie (PEPP)
Il Consiglio direttivo inoltre intende continuare a reinvestire integralmente i pagamenti in linea capitale dei titoli in scadenza acquistati nell’ambito dell’APP (Asset Purchase Programme) per un periodo di tempo prolungato oltre la data in cui inizierà ad aumentare i tassi di interesse di riferimento della Bce e, in ogni caso, per tutto il tempo necessario a mantenere ampie condizioni di liquidità e un orientamento di politica monetaria adeguato.
Per quanto riguarda il PEPP (Pandemic Emergency Purchase Programme), il Consiglio direttivo intende reinvestire i pagamenti del capitale dei titoli in scadenza acquistati nell’ambito del programma almeno fino alla fine del 2024. In ogni caso, il futuro roll-off del portafoglio PEPP sarà gestito in modo da evitare interferenze con l’appropriato orientamento di politica monetaria.
I rimborsi in scadenza nel portafoglio PEPP saranno reinvestiti in modo flessibile, al fine di contrastare i rischi per il meccanismo di trasmissione legati alla pandemia.
Il Consiglio direttivo continuerà a monitorare le condizioni di finanziamento delle banche e ad assicurare che la scadenza delle operazioni nell’ambito della terza serie di operazioni mirate di rifinanziamento a più lungo termine (TLTRO III) non ostacoli la regolare trasmissione della politica monetaria. Il Consiglio direttivo valuterà inoltre regolarmente il contributo delle operazioni di prestito mirate al suo orientamento di politica monetaria.
Al via lo scudo anti-spread
Noto come TPI (Transmission Protection Instrument), il Consiglio direttivo ha valutato che l’istituzione di tale strumento sia necessaria per sostenere un’efficace trasmissione della politica monetaria. In particolare, poiché il Consiglio direttivo continua a normalizzare la politica monetaria, il TPI assicurerà che l’orientamento della politica monetaria sia trasmesso senza problemi in tutti i paesi dell’area dell’euro. L’unicità della politica monetaria del Consiglio direttivo è una condizione essenziale affinché la Bce possa adempiere al suo mandato di stabilità dei prezzi.
Il TPI costituirà un’aggiunta allo strumentario del Consiglio direttivo e potrà essere attivato per contrastare dinamiche di mercato ingiustificate e disordinate che rappresentano una seria minaccia alla trasmissione della politica monetaria nell’area dell’euro. L’entità degli acquisti da parte del TPI dipenderà dalla gravità dei rischi per la trasmissione della politica monetaria. Salvaguardando il meccanismo di trasmissione, il TPI consentirà al Consiglio direttivo di adempiere più efficacemente al suo mandato di stabilità dei prezzi.
In ogni caso, la flessibilità nei reinvestimenti dei rimborsi in scadenza nel portafoglio del PEPP rimane la prima linea di difesa per contrastare i rischi al meccanismo di trasmissione legati alla pandemia.
Morgane Delledonne, head of investment strategy Europa di Global X, ha commentato così le mosse della Bce:
“Subito dopo l’annuncio, l’euro è salito dello 0,53% rispetto al dollaro americano. Una decisione del genere non era nelle attese della vigilia, viste le turbolenze politiche in Italia, l’allargarsi degli spread delle obbligazioni core rispetto a quelle periferiche e il calo del sentiment delle imprese in tutta l’Eurozona, soprattutto in Germania. Con questa mossa aggressiva, la banca centrale sembra quasi aver voluto cogliere l’ultima opportunità di aumentare i tassi di interesse prima che la regione cada in recessione in autunno. In tutta Europa, l’inflazione sostenuta inizia a creare instabilità politica, come stiamo vedendo in Italia. È un momento molto complesso per la Bce, che ovviamente fa di tutto per combattere l’inflazione e tenere sotto controllo le aspettative del mercato in merito, anche a rischio di dare il via a una recessione.”