Economia

La Bce rialza ancora i tassi di 25 punti base. Quale impatto sui mutui?

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Come da attese, la Bce oggi ha alzato i tassi d’interesse di altri 25 punti base.

Ciò significa che innalzerà dal 2 agosto 2023 il tasso sulle operazioni di rifinanziamento principali al 4,25%, il tasso sulle operazioni di rifinanziamento marginale al 4,5% e il tasso sui depositi al 3,75%. Si tratta del nono rialzo dei tassi nell’arco di un anno.

Un ritocco al rialzo che segue quello della stessa entità della Fed, che ieri sera ha portato i tassi ai massimi da 22 anni, portandoli tra il 5,25% e il 5,50%. Ecco i dettagli delle mosse della Bce.

La decisione della Bce

“La decisione è stata presa all’unanimità”, ha precisato Lagarde in conferenza stampa.

Motivazione della decisione della Bce è sempre la stessa:

“Assicurare il ritorno tempestivo dell’inflazione all’obiettivo del 2% nel medio termine”, in quanto il Consiglio direttivo “si attende tuttora che rimanga troppo elevata per un periodo di tempo troppo prolungato”.

La nota della Bce recita che:

“Le decisioni sui tassi di interesse seguiteranno a essere basate sulla sua valutazione delle prospettive di inflazione considerati i dati economici e finanziari più recenti, della dinamica dell’inflazione di fondo e dell’intensità della trasmissione della politica monetaria”.

Interpellata sulla forward guidance in conferenza stampa, Lagarde ha detto:

“Quello deciso a settembre non è definitivo. Potrebbe variare da un incontro all’altro. Non siamo sotto il dominio della forward guidance, ma siamo fortemente determinati a far scendere l’inflazione al 2%. E per farlo, analizzeremo i dati. […] Sicuramente non taglieremo i tassi”.

Per preservare l’efficacia della politica monetaria, il Consiglio direttivo ha deciso di fissare la remunerazione delle riserve obbligatorie allo 0%.

Per quanto concerne il Pepp (Pandemic emergency purchase programme), la Bce afferma che continuerà a reinvestire in modo flessibile il capitale rimborsato sui titoli in scadenza almeno fino al 2024.

Filippo Diodovich, senior market strategist di IG, nel nostro Speciale Bce di oggi ha precisato:

“La politica monetaria ha 2-3 mesi di ritardo sull’economia reale. Vediamo le banche che aumentano i tassi sui prestiti, ma non sui depositi. E per questo le banche continuano a mostrare degli utili record. La Bce ha cercato di premere sulle banche europee per non alzare troppo i tassi sui prestiti. I governi nazionali dovrebbero fare pressioni sulle loro banche per cercare un equilibrio rispetto all’andamento dei tassi. Vedremo se le banche torneranno alla normalità, come è successo alle banche americane”.

L’impatto sui mutui

Secondo le simulazioni di Facile.it e Mutui.it, la rata di un mutuo variabile salirà del 63%, raggiungendo i 742 euro.

La stima è stata effettuata considerando un mutuo a tasso variabile da 126 mila euro con piano di restituzione a 25 anni sottoscritto a gennaio 2022. Tale finanziamento ha visto lievitare il Tan (tasso annuo nominale) dallo 0,67% della stipula (corrispondente a una rata di 456 euro) ai 742 euro attuali, con un aumento di 286 euro al mese rispetto alla rata iniziale.

Le previsioni sui tassi

Althea Spinozzi, senior fioxed income strategist di Saxo Bank, al nostro Speciale Bce di oggi si è detta convinta che la Bce manterrà il suo atteggiamento da falco, poiché l’inflazione è pari al triplo del suo target e si aspetta che il tasso di riferimento raggiungerà il 4%. A quel punto, la Banca centrale europea dovrà scegliere tra inflazione e crescita economica“. Sulla stessa lunghezza d’onda Diodovich, secondo cui i rialzi dei tassi proseguiranno fino a settembre-ottobre 2023, fino a raggiungere il 4%.

In base alle aspettative dei mercati (misurate dai future sull’Euribor a 3 mesi aggiornati al 20 luglio 2023), tale tasso dovrebbe raggiungere il picco a dicembre 2023, superando il 5,20%, con una rata di circa 752 euro, ovvero oltre 295 euro in più rispetto a quella di gennaio 2022. Ci sono però 2 notizie che consolano i sottoscrittori di mutui a tasso variabile:

  1. il rialzo sarà minimo nell’ultimo trimestre 2023;
  2. il trend dovrebbe invertirsi a inizio 2024, con una discesa del tasso del mutuo al 5% a giugno 2024.