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La bomba economica che gli Usa si preparano a lanciare sulla Russia

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NEW YORK (WSI) – In attesa di imporre nuove sanzioni contro la Russia di Putin, gli Stati Uniti sono pronti a lanciare una bomba economica, che rischia di costare a Mosca più di eventuali nuove misure punitive. Si tratta, semplicemente, del fisco.

Il dipartimento del Tesoro Usa utilizzerà infatti una nuova legge che renderà più costoso per le aziende russe concludere affari in America. Mark E. Matthews, ex vice commissario dell’Internal Revenue Service (IRS, il fisco americano), preannuncia: “(La legge) porterà grande incertezza nella comunità delle banche russe”.

Molto prima della crisi ucraina, nel 2010, il Congresso ha approvato una legge anti-evasione, che ha come oggetto i conti aperti all’estero. Ora, a partire da luglio, le banche americane avranno l’obbligo di trattenere una tassa del 30% sui pagamenti effettuati alle istituzioni finanziarie di altri paesi – a meno che quelle banche estere non abbiano siglato accordi per condividere informazioni sui detentori di conti Usa con l’IRS.

Finora, insieme a decine di altri paesi, la Russia ha avviato trattative per raggiungere accordi con gli Usa, al fine di esonerare le proprie banche dalle conseguenze di un tale prelievo fiscale.

Ma, a seguito dell’annessione della Crimea alla Russia e il diffondersi di movimenti separatisti nell’est dell’Ucraina, il dipartimento del Tesoro Usa ha sospeso a marzo le negoziazioni.

E ora, con la data del 1° luglio che si avvicina, le conseguenze sulla finanza di Mosca sono diverse e le banche russe temono che il costo per investire negli Stati Uniti salirà; secondo la nuova legge, d’altronde, gli istituti che acquisteranno strumenti finanziari Usa dopo il 1° luglio saranno costretti a rinunciare al 30% degli interessi e dei pagamenti sui dividendi.

La trattenuta si applicherà sui titoli azionari e obbligazionari, inclusi i Treasuries Usa. Il problema è che la stessa misura verrà applicata anche a tutti gli investitori che ricorrono agli istituti finanziari russi per facilitare le loro operazioni di trading: certo, gli stessi potranno fare richiesta all’IRS per vedersi rimborsati, ma ci sarebbero molte inconvenienze.

“E’ un grande problema per la Russia – conferma Matthews, che al momento è avvocato presso Caplin & Drysdale, società che si occupa del fisco con sede a Washington – Diminuirà la competitività e potrà scatenare la fuga di capitali.