(Teleborsa) – La Cina inchioda alla fine del primo semestre dell’anno, anche per effetto della politica restrittiva attuata dalla banca centrale. Ma la notizia giunge in un momento molto particolare per i mercati, che tornano a temere una doppia ricaduta in recessione, anche a causa delle politiche di austerity messe a punto dalle principali economie mondiali. Il deludente dato sul PMI della Cina, sceso a 50,4 punti dai 52,7 precedenti, non ha lasciato indenni i mercati asiatici, che chiudono una giornata negativa. La borsa di Tokyo, incassando anche i brutti dati giunti ieri dagli Stati Uniti, non è riuscita a beneficiare del buon dato sull’indice Tankan, che è tornato in attivo dopo due anni. L’indice Nikkei, appesantito dalle perdite dei tecnologici e delle auto, ha perso così il 2,04% a 9191,60 punti, mentre il Topix ha lasciato sul terreno l’1,55% a 828,39 punti. Tra le altre borse asiatiche Seul ha terminato in calo dello 0,71% a 1686,24 punti, mentre Taiwan ha perso l’1,03% a 7254,06 punti. In rosso le altre piazze asiatiche che chiuderanno più tardi le contrattazioni, con Hong Kong che cede lo 0,59%, Singapore lo 0,47%, Kuala Lampur lo 0,37%, Jakarta lo 0,97%, Bangkok lo 0,22% e Shangai lo 0,82%.