La Cina, che ha da poco stretto un accordo commerciale importante con l’Italia e il governo Gentiloni, pare sia interessata anche a una fetta di Alitalia, la compagnia aerea (ex di bandiera) in svendita. Si tratterebbe di una win-win situation per l’esecutivo con l’Italia che si è detta ben contenta di poter risolvere la crisi percorrendo la via degli investimenti privati.
Durante la visita del premier italiano a Pechino, sostengono i media italiani, i gruppi China Airlines e Di Hainan avrebbero chiesto informazioni su Alitalia e anche sui porti, indispensabili per il progetto della Cina per la creazione di una nuova “via della Seta”.
Gentiloni ha detto che non può parlare per ora (“Non fatemi entrare nei particolari“). Ma in serata le mire cinesi e di altri gruppi stranieri sulla compagnia aerea in fallimento dovrebbero venire allo scoperto. È oggi infatti il giorno del bando per la manifestazione di interesse. I commissari intanto stanno scegliendo i consulenti per l’operazione di cessione.
Nel bando si chiederà ai potenziali investitori di indicare quale soluzione proporre per risolvere la crisi Alitalia: ristrutturazione, vendita dell’azienda o spezzatino, con la liquidazione degli asset in pancia alla compagnia.
A inizio settimana il governo italiano ieri, per voce del ministro dei Trasporti Graziano Delrio, ha fatto sapere che predilige la via della vendita ai privati e che la nazionalizzazione è da escludere. La soluzione ideale sarebbe quella seguita per il caso Ilva.
A fine luglio sono attese le proposte non vincolanti dagli investitori, che potranno anche riunirsi in cordate, come avvenuto per il gruppo siderurgico di Taranto. Nel frattempo di un piano parallelo per salvare Alitalia elaborato da Renzi e annunciato a fine aprile per ora non vi è traccia.