Il dittatore nordcoreano Kim Jong-un spaventa il mondo con i suoi test missilistici mentre il dollaro debole spinge tutte le materie prime e quindi anche l’oro. Dove può arrivare il metallo prezioso? C’è chi pensa a un’inversione di rotta
Sono più i missili e le minacce di Kim Jong-un o il dollaro debole a spingere le quotazioni dell’oro? Stamane il metallo giallo ha fatto un altro piccolo balzo verso l’alto arrivando a 1.338 dollari per oncia. In attesa del prossimo test nucleare nordcoreano che, secondo le rilevazioni dei satelliti, ha fatto spostare una piattaforma di lancio verso la costa ovest del Paese.
Che il contesto sia adatto a un investimento nel bene rifugio per eccellenza lo spiega il dottor Marco Maraldi, consulente finanziario e appassionato di analisi tecnica: “I fattori della geopolitica hanno sovente effetti sulle quotazioni del metallo, e la crisi relativa ai lanci di missili da parte delle Corea del Nord ha contribuito ad alzare la tensione dei rapporti tra Usa-Corea-Cina sostenendo i prezzi dell’oro in un range vicino ai massimi degli ultimi 12 mesi, oltre 1.300 dollari per oncia, facendo balenare possibilità di ulteriori rialzi”.
L’inflazione non fa paura
Per contro si allontanano i rischi legati all’inflazione, ben lontana dal raggiungere i target desiderati: “Solitamente la scelta di investire in oro viene fatta da chi vuole proteggere il proprio risparmio da crisi dei mercati finanziari o da pericoli inflazionistici, perché è in tali situazioni che l’oro esplica al meglio il ruolo di bene rifugio. Attualmente l’inflazione sembra un lontano ricordo, in area euro siamo ampiamente sotto il 2%, obiettivo dichiarato e desiderato della Bce di Mario Draghi, mentre fantasmi di crisi dei mercati vengono agitati da alcuni commentatori. A mio parere non siamo ancora prossimi a una vera crisi, allo scoppio della tanto temuta prossima bolla finanziaria, anche se tante situazioni di squilibrio sono evidenti, e comunque le banche centrali vigilano con attenzione per tenere sotto controllo situazioni di pericolo”.
Nuova benzina per il metallo prezioso potrebbe invece giungere dal dollaro: “in quanto la debolezza del biglietto verde si ripercuote immediatamente sul prezzo dell’oro espresso in euro. E il dollaro sembra avviato a una fase di ulteriore debolezza”.
Cosa ci dobbiamo attendere per il futuro dell’oro?
“Uno strumento che ci fornisce ottime informazioni – puntualizza Maraldi – è l’analisi ciclica, con la quale, tramite un algoritmo, riusciamo a stimare molto bene la direzione dei prezzi e i punti di inversione. Attualmente il ciclo di lungo periodo dell’oro sta spingendo al ribasso, per cui, dopo una fase di recupero, dobbiamo molto probabilmente attenderci mesi di ulteriore debolezza delle quotazioni, con un ritorno in area 1.200 in tempi rapidi (nel grafico in rosso la previsione, in blu i prezzi reali da novembre 2015)”.