ROMA (WSI) – Per le grandi aziende che producono in Italia, nel 2014 le vendite sono scese del 2,2%, del 4,3% sul solo mercato interno, a fronte di una flessione dell’occupazione -1%. E’ quanto risulta da un’analisi di Ricerche & Studi di Mediobanca, che presenta stime non proprio confortanti per il 2015.
Si prevede infatti per l’anno in corso un miglioramento nei soli investimenti.
Il 70% di quanto prodotto è ‘estero su estero’, dal momento che in Italia la redditività è la metà di quella oltreconfine. Rimane preoccupante la situazione in cui versano le banche: in tre anni lo stock di crediti bancari è sceso di ben 15,8 miliardi.
Pubblicato intanto l’osservatorio sul precariato dell’Inps, da cui emerge che cresce la “quota di assunzioni con rapporti stabili sul totale dei rapporti di lavoro attivati/variati”.
Il premier Matteo Renzi commenta: “I dati diffusi dall’Inps dicono che siamo sulla strada giusta contro il precariato e che il Jobs Act è una occasione da non perdere, soprattutto per la nostra generazione”.
Il dato è cresciuto dal 33,6% del primo semestre 2014 al 40,8% dei primi sei mesi 2015. Le nuove assunzioni sono state 952.359, le trasformazioni 331.917.
Nel primo semestre, dunque, aumenta il numero di nuovi rapporti di lavoro a tempo indeterminato nel settore privato (+252.177), mentre rimangono sostanzialmente stabili i contratti a termine; si riducono le assunzioni in apprendistato (-11.500).
La variazione netta tra i nuovi rapporti di lavoro e le cessazioni, pari rispettivamente a 2.815.242 e 2.177.002, è di 638.240; nello stesso periodo dell’anno precedente è invece stata di 393.658.
Le nuove assunzioni a tempo indeterminato nel settore privato in Italia, stando a quanto emerge dai dati dell’Inps, sono state 952.359, +36% rispetto al 2014, mentre le trasformazioni a tempo indeterminato di rapporti di lavoro a termine, comprese quelle degli apprendisti, sono state 331.917 (+30,6%). Da qui la crescita dal 33,6% al 40,8% della quota di assunzioni stabili sul totale.
Cresce inoltre il lavoro full time rispetto al part time: i nuovi rapporti di lavoro a tempo pieno rappresentano il 63,4% del totale delle nuove assunzioni nei primi sei mesi del 2015, in aumento di 1,1 punti percentuali rispetto allo stesso periodo del 2014