“Sebbene i mercati azionari, recentemente più solidi, abbiano messo un freno ai prezzi dell’oro, riteniamo che questo continuerà ad apprezzarsi, almeno fino a quando la controversia commerciale tra Usa e Cina non sarà risolta”. E’ questo il parere di Névine Pollini, senior commodity analyst, Union Bancaire Privée (UBP) sull’attuale dinamica dei prezzi del metallo giallo. In particolare, secondo l’esperto i prezzi dell’oro sono stati sostenuti da una domanda di beni rifugio.
Diversi i motivi che contribuiscono all’elevata attenzione degli investitori professionali per l’oro. Oltre alla disputa tariffaria Usa-Cina, l’elevata volatilità dei mercati azionari rappresenta un altro fattore. La confusione suscitata dalla Brexit e i lunghi disordini sociali in Francia si aggiungono all’incertezza. Infine, anche l’intenzione della Fed di rallentare la stretta monetaria per l’anno ha contribuito ad aumentare l’attrattiva dell’oro.
Sul tema Usa contro Cina, Pollini spiega: “Le continue pressioni politiche ed economiche spingeranno le due parti almeno a gettare le basi di un accordo. Questo aiuterebbe l’economia cinese, ma anche lo stesso Donald Trump. Il presidente Usa presto inizierà la campagna per la rielezione e sta esaurendo le leve per rafforzare l’economia. Anche se la Cina ha accettato di aumentare le importazioni Usa, le questioni della proprietà intellettuale e del trasferimento di tecnologia rimangono per il momento irrisolte“. Cosa implica per l’oro? “I prezzi potrebbero rimanere positivi per i mesi a venire, resistendo intorno ai 1.300 dollari”. In questo contesto, gli investimenti in oro attraverso gli Etf sono aumentati dall’inizio dell’anno. L’ammontare totale conosciuto di oro detenuto attraverso Etf è già aumentato di quasi 2,1 milioni di once dall’inizio dell’anno rispetto ai 2,56 milioni in tutto il 2018. Questa accelerazione dimostra il forte interesse degli investitori. Anche la domanda fisica di oro è stata solida, sostenuta dalla domanda del Capodanno cinese.