NEW YORK (WSI) – I mercati hanno tirato un sospiro di sollievo; la pubblicazione dei dati Pmi in Europa ha alimentato gli acquisti, e oggi, di questi numeri, ne hanno beneficiato anche i listini asiatici. Il Pmi Italia ha testato in particolare 51,3, in rialzo rispetto ai 50,4 precedenti, meglio dei 51 attesi e al massimo in due anni.
Idem la Spagna che, con un indice finale PMI a 51,1, ha visto l’indice manifatturiero salire anch’esso al massimo in due anni.
Il Pmi Composite dell’Europa intera si è attestato a 51,4, al valore più alto in 26 mesi. (non ha fatto bene la Germania, con un dato a 51,8, al di sotto dei 52 attesi, mentre il Pmi francese si è attestato in lieve fase di contrazione, a 49,7, rimanendo pressocché stabile).
Dunque, tutto ok? (addirittura il Pmi della Grecia è avanzato a 48,7, al record in ben 44 mesi). Niente affatto. E a spiegarlo stavolta è un semplice grafico di Bloomberg, che mette in evidenza gli aumenti del tasso di disoccupazione su base annua, nelle varie aree.
A parte la speranza, di base sembra che ci sia davvero poco nei fondamentali economici che faccia pensare che la situazione stia migliorando. Il vero indicatore da guardare, quello che condiziona la vita dei cittadini europei, è la disoccupazione; e questa sta peggiorando.
Basta guardare alla mappa, con il tasso di disoccupazione di Cipro +5,1% su base annua, e della Grecia, +3,8%. L’Italia assiste a un aumento +1,3%.