MILANO (ADVISE ONLY) – Falchi contro Colombe? Regolatori bancari entusiasti contro banchieri più cauti? Insiders contro outsiders?
Domande ma anche dubbi che qualunque cittadino mediamente informato si pone all’interno del dibattito che si è aperto su chi sarà il successore di Bernanke. Ossia il banchiere centrale più potente del mondo.
La nomina avverrà alla fine di quest’anno.
I due candidati principali sono: Lawrence Summers, ex-segretario del Tesoro degli Stati Uniti e l’attuale Vice Presidente della Fed, Janet Yellen.
Ci si aspetterebbe che la nomina alla presidenza avvenga a porte chiuse, con votazione di un “conclave di super esperti”, invece la decisioni spetta al Presidente USA, Barack Obama.
Considerando gli effetti della crisi mondiale che stiamo vivendo, delle responsabilità a cui le leadership di varie banche centrali dovranno rispondere a causa del prezzo salato fatto pagare ai propri cittadini è importante ed interessante chiedersi quali dovrebbero essere i requisiti fondamentali del nuovo banchiere centrale e che tipo di personalità hanno i due candidati principali.
Summers è criticato per aver contribuito attivamente alla politica di deregolamentazione finanziaria portata avanti sotto la presidenza Clinton e di non essere stato capace di prevedere la crisi finché non fu troppo tardi. Altri osservatori mettono invece in evidenza il suo ruolo importante nella lotta contro la crisi del debito.
Yellen ha ricoperto in anni recenti un ruolo di primo piano in una delle aree che ha più risentito della bolla immobiliare, San Francisco, e ha mostrato grande lungimiranza nelle soluzioni della crisi finanziaria. C’è da chiedersi se la possibile neo-governatrice sarà in grado di compromettersi politicamente per continuare nella politica già cautamente annunciata da Bernanke: il tapering, la riduzione degli acquisti di titoli di Stato USA da parte della FED.
Negli anni precedenti alla crisi, abbiamo visto governatori della Fed condurre l’economia globale sull’orlo del precipizio a causa della loro fiducia eccessiva nei mercati senza restrizioni. Altri banchieri centrali di Paesi come l’Australia, il Brasile, il Canada, la Cina, l’India e la Turchia hanno invece ben compreso la lezione: il mercato non sempre è efficiente e capace di auto-regolamentarsi. Tali Paesi, infatti, sono riusciti a scampare il grosso della crisi finanziaria.
Pensando alle drammatiche esperienze passate questi sono, secondo chi scrive, i requisiti fondamentali che dovrebbe possedere il successore alla presidenza della Fed.
- Dovrebbe comprendere l’importanza di una regolamentazione efficace sotto l’aspetto micro e macroeconomico. Gli obiettivi di una responsabile regolamentazione a livello macroeconomico, della piena occupazione con crescita, nonché stabilità finanziaria e dei prezzi sono infatti influenzati dalla micro-regolamentazione, tesa a determinare una corretta allocazione del credito verso imprese e famiglie, fondamentale per l’attività economica.
- Dovrebbe possedere buone capacità di giudizio economico ed una certa discrezionalità per soppesare i rischi e i benefici di politiche alternative, vista la facilità con cui i mercati finanziari diventano turbolenti.
- Non dovrebbe avere un approccio totalmente improntato al mercato: riporre in esso eccessiva fiducia renderebbe una nuova crisi quasi inevitabile.
- Dovrebbe essere capace di lavorare con persone dalla visione diversa dalla propria, soprattutto in merito all’importanza dell’inflazione e della disoccupazione.
Mi soffermo su quest’ultimo punto, oggetto controverso di scelte di politica economica.
L’economista K. Rogoff mostra come in tempi normali si tenda a scegliere un banchiere centrale che offre maggiore enfasi alla stabilità dei prezzi rispetto alla disoccupazione: un banchiere “conservatore”. Negli ultimi 25 anni il mantra del contenimento dell’inflazione è stato dominante a tal punto da convincere tutti che tale fenomeno fosse il nemico numero 1 da combattere. Tuttavia, soprattutto nel contesto in cui ci troviamo, abbiamo capito che il vgero problema da affrontare è la disoccupazione.
Per questi motivi è importante la scelta di un governatore che ponga maggiore attenzione alla disoccupazione che all’inflazione. Entrambi i candidati sostengono che la FED non dovrà avere una preferenza eccessiva sulla stabilità dei prezzi rispetto alla disoccupazione. Giudicheremo alla prova dei fatti.