a cura di Stefania Ballauco
Cresce la percentuale dei risparmiatori italiani interessati
agli investimenti socialmente responsabili. I consulenti finanziari si devono pertanto attrezzare per rispondere alle esigenze dei loro clienti
Quale peso ricoprono gli investimenti etici nella pianificazione finanziaria dei risparmiatori che si affidano ai consulenti finanziari? I professionisti del risparmio si sentono formati e informati sull’offerta di prodotti socialmente responsabili (Sri)? A queste e ad altre domande l’Anasf ha cercato di dare una risposta attraverso un sondaggio realizzato con EticaNews, nel mese di settembre, su un campione di 600 soci, al centro del Salone dello Sri, giornata dedicata a questi temi, organizzata da Etica News nell’ambito della Settimana Sri del Forum della Finanza Sostenibile di novembre. Come emerso nel dibattito del 18 novembre, introdotto da Francesco Bicciato, segretario generale Forum per la finanza sostenibile, con Aldo Varenna, presidente di Efpa Italia, e a cui Anasf ha partecipato con il suo vicepresidente Gian Franco Giannini Guazzugli, tra i clienti retail c’è spazio per instaurare un dialogo sulla finanza Sri, dimostrando un aumento dell’interesse. Allo stesso tempo i consulenti finanziari mostrano una maggiore consapevolezza sui prodotti e sugli indici socialmente responsabili, su cui però chiedono migliore informazione e formazione. Se, nella catena del valore che porta all’investitore, le società di gestione del risparmio, con la loro offerta di prodotti, e gli intermediari, con la messa a disposizione degli strumenti da distribuire, sono anelli importanti, il ruolo dei consulenti finanziari, di interlocutori diretti dei risparmiatori, ricopre una valenza particolare. L’indagine, realizzata anche nel 2015, mostra, tra le altre cose, l’evoluzione degli elementi che concorrono alla diffusione degli strumenti etici tra gli investitori.
Cosa emerge dal sondaggio
Nel 2016 la metà dei consulenti giudica sufficiente la propria conoscenza su tutte e tre le tematiche Sri proposte: prodotti Sri, criteri Esg, indici etici. Circa il 30% giudica la propria conoscenza buona, mentre solo il 15% si giudica impreparato. Un anno fa, nel 2015, i risultati erano sensibilmente inferiori: tra il 30 e il 40% dei consulenti riteneva la propria conoscenza insufficiente. “Sebbene si tratti di un’autovalutazione, quindi di giudizi passibili di una certa benevolenza, l’aumento registrato è netto e omogeneo in tutte e tre le categorie proposte: per i consulenti i temi Sri non sono più residuali, ma meritevoli di essere conosciuti e approfonditi”, ha spiegato Elena Bonanni, co-founder di EticaNews, che ha presentato la ricerca il 18 novembre. L’incremento della percezione della conoscenza è il cambiamento più rilevante del sondaggio 2016. L’aumentata consapevolezza dei consulenti nel relazionarsi alle tematiche Sri rappresenta infatti la chiave di lettura di tutte le risposte del sondaggio. “Le mandanti sono chiamate a offrire formazione su questi temi”, ha dichiarato Gian Franco Giannini Guazzugli. “Con l’introduzione della direttiva Mifid 2 a gennaio 2018 il tema delle competenze è, e sarà, quanto mai centrale. Certo è che la politica dovrà esserci a fianco. Promuovere un approccio e strumenti che rispondano a determinati criteri e che vadano nella direzione dell’investimento a lungo termine, come i Pir (piani individuali di risparmio), sarà decisivo per lo sviluppo di questo settore”. Per Aldo Varenna è necessario imparare dai migliori: “Dobbiamo catturare le eccellenze –ha dichiarato– e perseguire nuove frontiere. Gli investimenti Esg non solo possono portare a un maggiore rendimento rispetto ad altre scelte, ma hanno il vantaggio di ridurre la volatilità. Deve essere forte l’invito ai consulenti finanziari di avvicinarsi e focalizzarsi su questo mondo”.
I numeri del sondaggio 2016
A fronte di un 60% di consulenti finanziari che ritiene i clienti interessati in maniera almeno sufficiente alla finanza Sri, dato in linea con quello del 2015, il 36% chiede un maggior numero di prodotti, così come accadeva anche lo scorso anno. In questo scenario, il 55% del campione considera l’informazione sulle tematiche Sri migliorabile e la maggior parte del panel ritiene che nel 2016 non c’è stata maggiore attenzione alla finanza socialmente responsabile da parte dei media. Sul fronte della formazione, il 69% dei consulenti dichiara che è migliorabile (dato in aumento sul 2015) e una buona parte di loro la considera ancora carente quali-quantitativamente.
L’articolo originale è stato pubblicato sul numero di dicembre del magazine Wall Street Italia