ROMA (WSI) – La generazione dei giovani italiani non solo sarà la prima dal dopoguerra ad avere condizioni economiche e di vita peggiori di quelle dei propri genitori, ma dovrà accontentarsi di pensioni da fame.
Non serve una laurea in economia per capire che i giovani precari di oggi saranno gli anziani poveri di domani anziani poveri. Il Censis ha cercato di fare un po’ di ordine sfornando qualche dato. Uno di quelli che fa più impressione è che il 65% andrà in pensione con meno di mille euro.
La “generazione mille euro” avrà ancora meno di quello che riceve al mese, dunque, a fine carriera.
Da quanto emerge da una ricerca realizzata in collaborazione con Fondazione Generali, il 40% dei lavoratori dipendenti di 25-34 anni ha una retribuzione netta media mensile fino a mille euro. E in molti sono destinati a invecchiare più poveri di quando erano precari. I ‘milleuristi’ si troveranno infatti ad avere dalla pensione un reddito più basso di quello che avevano all’inizio del loro periodo di lavoro.
Il Censis stima che il 65% dei giovani occupati dipendenti 25-34enni di oggi avrà una pensione sotto i mille euro, pur con avanzamenti di carriera medi assimilabili a quelli delle generazioni che li hanno preceduti, considerando l`abbassamento dei tassi di sostituzione.
E la previsione riguarda i più «fortunati», cioè i 3,4 milioni di giovani oggi ben inseriti nel mercato del lavoro, con contratti standard. Poi ci sono 890.000 giovani 25-34enni autonomi o con contratti di collaborazione e quasi 2,3 milioni di Neet, che non studiano né lavorano. “Se continua così, i giovani precari di oggi diventeranno gli anziani poveri di domani”, ha concluso il Censis.
(DaC)