Economia

Germania in crisi, ma il Dax non frena. Ecco la view di Goldman Sachs

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La Germania, nota per la sua economia robusta e il suo ruolo di motore trainante dell’Unione Europea, è nel bel mezzo di numerosi ‘venti contrari’ che continuano a indebolire la sua economia.  A sottolinearlo Goldman Sachs nel report “German equities, the performance puzzle” in cui parla di recessione.

Secondo le parole di Peter Oppenheimer, capo stratega azionario globale e responsabile della ricerca macro EMEA di Goldman Sachs, la difficile situazione che l’economia sta attualmente attraversando è il risultato di diversi fattori: le sfide nel settore manifatturiero, una lenta ripresa in Cina e l’incremento dei costi energetici hanno contribuito alla recessione.

Oppenheimer ha sottolineato che, nonostante questa situazione, non si tratta di una recessione profonda, ma influenzata principalmente da alcuni fattori. Nel dettaglio, gli economisti della banca d’affari Usa non si attendono alcuna crescita del Pil della Germania nel resto del 2023 (-0,6% nel terzo trimestre, -0,1% nel quarto trimestre) ma stimano un’accelerazione al ritmo dell’1% l’anno prossimo.

Proiezione PIL 2023 Germania

 

 

Dax ancora in corsa, +13% Ytd

“Nonostante la crescita economica fiacca, il Dax è cresciuto del 13% da inizio anno, sovraperformando il mercato europeo e i suoi utili sono stati rivisti al rialzo“, sottolineano gli esperti di Goldman Sachs indicando che “fondamentalmente, le cose non sono andate così male come si temeva, così i mercati hanno rivalutato i rischi attorno alla Germania: il Dax è cresciuto del 30% rispetto al minimo dello scorso anno”.

Cosa dice la Bundesbank: dipendenza dalla Cina e catene di approvvigionamento deboli

Queste opinioni riflettono le ultime previsioni della Bundesbank, che ha stimato nei giorni scorsi che l’economia tedesca probabilmente subirà una contrazione in questo trimestre a causa del rallentamento dei consumi privati e delle difficoltà nell’industria.

Uno dei problemi più evidenti per l’economia tedesca è la sua crescente dipendenza dalla Cina, alla luce del fatto che il 29% delle imprese teutoniche importa materiali e parti essenziali dal Paese asiativo. Nel 2022, la Cina è diventata la fonte principale di importazioni per le aziende tedesche, fornendo una quota significativa di materiali cruciali come le terre rare, il litio e il cobalto. Questa dipendenza ha creato una vulnerabilità significativa per l’economia tedesca, poiché una rottura improvvisa con la Cina potrebbe portare a interruzioni su vasta scala delle catene di approvvigionamento e della produzione nel breve termine.

Per affrontare questa sfida, gli economisti suggeriscono una maggiore diversificazione dei fornitori nel commercio internazionale. La promozione di accordi regionali di libero scambio potrebbe ridurre la dipendenza dalla Cina e prevenire potenziali crisi nelle catene di approvvigionamento.

Aumento dei costi energetici e impatto sul settore manifatturiero

Un altro fattore che sta mettendo sotto pressione l’economia tedesca è l’impennata dei costi energetici. A seguito della guerra tra Russia e Ucraina, le forniture di gas dalla Russia sono diminuite, e ciò ha portato a un aumento significativo dei prezzi dell’energia in Germania. Anche nei prossimi anni, si prevede che i prezzi dell’energia rimarranno elevati rispetto al periodo precedente all’escalation della crisi in Ucraina.

L’industria tedesca, grazie alla sua buona situazione in termini di redditività e finanziamento, è stata in grado di assorbire efficacemente lo shock dei prezzi energetici. Tuttavia, alcuni settori, in particolare quelli ad alta intensità energetica come l’industria chimica e cartaria e la produzione di metalli di base, hanno subito gravi perturbazioni. Molti di essi hanno risposto all’aumento dei prezzi energetici apportando aggiustamenti come il risparmio energetico o l’aumento dei prezzi di vendita. Inoltre, molte imprese stanno intensificando gli investimenti nell’efficienza energetica e nell’uso di energie rinnovabili.

Nonostante questi sforzi, Goldman Sachs avverte che l’aumento dei costi energetici potrebbe comunque ridurre la crescita tendenziale del PIL tedesco, mettendo a rischio la prosperità economica del paese.

Transizione verso un’economia a emissioni zero

La Germania si è posta l’obiettivo ambizioso di diventare una nazione a emissioni zero entro il 2050. Tuttavia, questa transizione richiederà ingenti investimenti nelle energie rinnovabili e una politica energetica e climatica coerente. Secondo la Bundesbank, è essenziale mobilitare investimenti privati significativi per finanziare la transizione verde, fornendo alle imprese la certezza di pianificazione necessaria e riducendo i costi macroeconomici della de-carbonizzazione.

Jens Ulbrich, capo economista della Bundesbank, ha sottolineato la necessità di accelerare gli investimenti nelle energie rinnovabili e semplificare i processi legali per garantire il successo della transizione energetica.

Cambiamento demografico e offerta di lavoro limitata

Il cambiamento demografico rappresenta un’altra sfida significativa. L’invecchiamento della popolazione e la diminuzione del numero di persone in età lavorativa mettono sotto pressione l’offerta di lavoro e intensificano la corsa ai lavoratori qualificati. La Bundesbank avverte che l’immigrazione da sola potrebbe non essere sufficiente a compensare questo declino nell’offerta di manodopera.

Il governo federale ha avviato piani per integrare la legge sull’immigrazione qualificata del 2020, ma sarà necessario fare ulteriori sforzi per garantire una forza lavoro adeguata. Questi sforzi potrebbero includere l’estensione della Carta blu UE per le persone altamente qualificate, l’integrazione rapida degli immigrati nel mercato del lavoro e miglioramenti nelle strutture per l’infanzia e il pensionamento posticipato.

Opportunità nella digitalizzazione

Nonostante le sfide, gli esperti della Bundesbank ritengono che l’economia tedesca rimanga ben posizionata. La digitalizzazione offre opportunità significative di crescita economica, con i settori digitali che hanno dimostrato di essere motori importanti della produttività aggregata negli ultimi decenni.

Per sfruttare appieno il potenziale della digitalizzazione, la Germania dovrà investire in un’infrastruttura digitale più efficiente e migliorare la formazione nelle competenze digitali sia per la forza lavoro che nel sistema educativo.