Roma (WSI) – Con quel dogma dell’austerity la Germania punta a dominare l’Europa. Anzi di più, a esportare il suo modello di business nei quattro angoli del Vecchio Continente. Tratteggia uno scenario a tinte fosche Martin Wolf, editorialista delFinancial Times. In un lungo articolo il giornalista osserva che come Berlino stia modellando l’economia europea a propria immagine.
“Sta usando la sua posizione di forza per trasformare i Paesi membri della zona euro in repliche di se stessa in piccolo. Peccato che la zona euro nel suo insieme sia più grande. Quindi questa strategia fallirà”, sostiene Wolf.
Da quando è iniziata la crisi, la volontà di Berlino è stata chiara: si è sempre mossa a favore di politiche economiche orientate alla stabilità: quella dei prezzi, quella dell’equilibrio di bilancio e di un debito pubblico più basso.
Per dare spazio a questo approccio, la Cancelliera tedesca Angela Merkel e il suo entourage hanno fatto leva sul successo interno, sbandierando il surplus crescente ottenuto proprio grazie alle economie più piccole che sono andate però in crisi.
Tra il 2007 e il 2009, il saldo delle imposte è passato da un avanzo del 1,9% del Pil a un disavanzo dell’11,2% in Spagna, da un avanzo dello 0,1% a un deficit del 13,9% in Irlanda, da un disavanzo del 3,2% a un -10,2% in Portogallo e da un deficit del 6,8% a uno più sostanziale del 15,6% in Grecia.
Come ravvisato dal Fondo monetario internazionale, fra il 2009 e il 2012 c’è stata una maggiore imposizione fiscale che però ha finito per peggiorare la crisi in corso. Wolf nota come all’interno della zona euro ci siano oggi Paesi deboli con economie fragili al cambiamento, ma attraverso un recupero dei conti pubblici sarà possibile ricominciare a crescere.
Come dire: è importante che la Germania non faccia pressioni per contare ancora di più. La sua conclusione è che l’Eurozona o sarà in grado di raggiungere un equilibrio oppure si frantumerà. Quale dei due scenari è il più plausibile? Questa è la vera grande domanda senza una risposta.
È boom di immigrati intanto dal Sud Europa in Germania. Nel 2012 un milione di persone si è è trasferito nella Repubblica federale. E il flusso da Italia, Spagna, Portogallo e Grecia, paesi piegati dall’austerity, è cresciuto del 40%. Sono giovani, sono laureati, ma sono schiacciati dal rigore e dalla mancanza di offerte di lavoro. In cerca di futuro nel paese piu’ ricco del continente.