ROMA (WSI) – L’emergenza Grecia non è alle spalle. Gli spread saranno anche in lento calo, l’economia globale sarà anche in fase di stabilizzazione e l’Eurozona dovrebbe uscire dalla recessione. Ma il 2013 resta un anno pieno di sfide sulle sponde dell’Egeo. Lì i rintocchi delle campane a morto risuonano ancora, lenti, in sottofondo.
E’ il quotidiano locale eKathimerini a tracciare una linea fra realtà e quello che da Francoforte a Berlino ostinano a non voler vedere: le difficoltà delle banche greche. Gli economisti americani di Blackrock hanno previsto un aumento delle sofferenze che Ernst & Young ha previsto intorno al 24% e una riduzione drastica della redditività. Da qui a ipotizzare una nuova richiesta di fondo per ricapitalizzarle il passo è breve.
La stessa Banca della Grecia ha ipotizzato che i quattro istituti sistemici del Paese, ossia National, Alpha, Eurobank and Piraeus Bank, potrebbero avere bisogno di 27,5 miliardi di euro. Ma il conto potrebbe salire ancora. Se la recessione dovesse mordere forte, le perdite potrebbero salire fra il 10 e il 20% e l’iniezione di capitale comportare ulteriori 3 miliardi di euro aggiuntivi. Dopo domani la Banca centrale europea di Mario Draghi ha messo in agenda il primo consiglio dell’anno: dovrebbe mantenere i tassi fermi e porre la propria enfasi sulla ripresa.
La promessa di fare ”tutto il necessario” contro i rischi di un’esplosione dell’euro, fatta da Draghi lo scorso luglio, ha funzionato. Ma nonostante il programma di prestiti Omt messo a punto dall’Eurotower non sia mai stato utilizzato, come osservano quasi tutti gli economisti la Bce non ha fatto che prendere tempo. Nei prossimi mesi questo potrebbe non essere più abbastanza. Dalle parole dovranno seguire i fatti.