RAGUSA – Davanti alla Borsa di New York è il simbolo della finanza pimpante, di quella che cresce, a dispetto dell’Orso che segna il calo dei corsi azionarii. Dietro quel simbolo di prosperità – quando la Borsa cresce molti sono indotti a pensare che l’economia sia in buona salute, anche se non è sempre così – c’è uno scultore italiano, un siciliano di Vittoria, che è finito nei guai per non essere in regola con il fisco italiano.
Non avrebbe dichiarato redditi per circa 5 milioni di euro evadendo, inoltre, il pagamento dell’Iva per oltre 600 mila euro. È quanto la Guardia di finanza di Vittoria, in provincia di Ragusa, ha contestato all’artista italo-americano Arturo Di Modica, autore del «Charging Bull», collocato a Wall Street, a New York.
Durante gli accertamenti eseguiti dalle Fiamme Gialle è emersa un’anomalia per quanto riguarda la residenza dello scultore, che è ufficialmente dichiarata e fissata negli Usa, Paese al quale, quindi, deve pagare le tasse. Ma, secondo i finanziari, Di Modica vive con la famiglia a Vittoria, città dove svolgerebbe la sua attività artistica, economica e sociale. I militari hanno compiuto accertamenti bancari per ricostruire i redditi dell’artista.
E i movimenti finanziari, secondo gli investigatori, dimostrano di fatto la permanenza predominante e il suo centro stabile economico in Italia, a Vittoria.
Lo scultore -nato proprio a Vittoria nel 1941 e trasferitosi poi a Firenze e New York dove nel 1989 «piazzò» senza alcun preavviso la statua simbolo della Borsa, domenica ha ricevuto nella cittadina del ragusano nell’ambito del premio «Garofalo d’oro» un riconoscimento per il suo alto impegno artistico nel mondo. E alla periferia del paese sta inoltre costruendo una città-museo. Un’attività che fa dire alla Guardia di Finanza che la sua residenza fiscale è italiana al cento per cento.
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