Alla scoperta della prestigiosa maison Taittinger di Reims la cui storia affonda le radici all’epoca di Thibaud IV Le Chansonnier
A cura di Francesca Gastaldi
Un’antica leggenda narra che Thibaud IV Le Chansonnier, Conte di Champagne dal 1222 al 1253, fosse entrato alla corte reale francese in tenera età e lì avesse incontrato, innamorandosene, sua cugina Blanche de Castille, regina di Francia e futura madre di Saint-Louis. Questo amore cortese ispirò il giovane cavaliere ad esprimere i suoi sentimenti in poesie e canzoni ma, a causa dei pettegolezzi che circolavano sul suo affetto per la regina, lo spinse a partire per una Crociata che dimostrasse la sua lealtà al sovrano. Dall’Oriente, Thibaud tornò con due tesori mai visti primi di allora nel mondo cristiano: la rosa damascena e l’esemplare di un nuovo vitigno, l’antenato dell’uva Chardonnay. Ed è proprio da questa antica leggenda che si può far risalire la nascita di Taittinger, una delle più prestigiose Maison di champagne al mondo. La Residenza dei Conti di Champagne nel centro storico di Reims, ovvero il luogo in cui nel periodo di Thibaud IV venivano organizzati ricevimenti e banchetti, appartiene alla Maison Taittinger dal 1932. In quell’anno, Pierre Taittinger, importante politico e deputato di Parigi, spinto dal desiderio di stabilirsi nella regione Champagne decise di acquisire la Maison di vini fondata da Jacques Fourneaux nel Settecento con sede proprio nella Residenza dei Conti. L’acquisto, che avvenne in società con il cognato Paul Evêque, comprendeva anche il Château de la Marquetterie, che è tuttora un altro luogo simbolo della Maison. E così vennero gettate le basi per quella che sarebbe diventata la grande avventura di Taittinger.
Le cantine di Taittinger scavate profondamente nel sottosuolo di gesso della Champagne
Grazie alla sua passione per la grande cucina francese, nel corso degli anni Pierre Taittinger plasmò la filosofia dei vini della Maison, affidando poi la crescita dell’azienda prima a Paul Evêque e poi ai suoi figli François, Jean e Claude. Nel 2006 fu invece Pierre-Emmanuel Taittinger, figlio di François, a rilevare l’omonima Maison, dal 2020 guidata dai suoi figli Vitalie e Clovis. L’alternarsi di ben quattro generazioni ha contribuito a definire negli anni lo spirito e lo stile di Taittinger tracciando un segno riconoscibile nell’immagine stessa dello champagne. Oggi Taittinger è un’azienda indipendente, che conta oltre 288 ettari di vigneti certificati Viticoltura Sostenibile in Champagne e HVE (Alto Valore Ambientale). Les St-Rémy, Le Plat des Coutures, L’Impériale, Les Rouges Fosses, Les Beaux Regards sono alcuni dei nomi dei vigneti che sono diventati parte integrante del patrimonio e della storia della Maison, distribuiti in 37 cru diversi, tra i migliori della denominazione.
A consacrare per sempre al successo la Maison è stato un estimatore d’eccezione: James Bond. Nel romanzo di Ian Fleming Casino Royale, quando Bond e Vesper Lynd si incontrano a cena, Bond chiede una bottiglia di Taittinger 45, ma il sommelier suggerisce il Blanc de Blancs Brut 1943. Bond è d’accordo e spiega a Vesper Lynd che Taittinger “non è molto conosciuto, ma è probabilmente il miglior champagne del mondo”. Questo raffinatissimo champagne compare anche in Dalla Russia Con Amore (1963): James Bond – Sean Connery – raffredda una bottiglia di Taittinger Champagne mentre si rilassa in barca con Sylvie Trench (Eunice Gayson) e, più avanti, condivide una bottiglia di champagne Taittinger Blanc de Blancs con Tatiana Romanova (Daniela Bianchi) durante una cena in treno con l’agente Donald ‘Red’ Grant (Robert Shaw). Infine, nell’ottavo capitolo del romanzo Al servizio segreto di Sua Maestà, quando Bond sogna cosa acquisterà con 15.000 sterline aggiunge al suo elenco “qualche dozzina di bottiglie di champagne Taittinger”.
Château de la Marquetterie a Pierry, situato a sud di Épernay, una gemma dell’architettura francese tra i vigneti delle colline della Champagne
A contribuire al prestigio del marchio, oltre a James Bond, sono diversi fattori, tra cui il sapiente equilibrio tra rispetto della tradizione e modernità. Lo champagne, come tutti i vini di grande pregio, necessita di cura, competenza, precisione e maestria ed è per questo che Taittinger utilizza in vigna le più moderne tecniche di produzione e di difesa delle piante, inclusa la lotta integrata, pratica utilizzata in agricoltura per creare condizioni sfavorevoli al propagarsi dei parassiti. Già cinquant’anni anni fa la Maison fu una delle poche a mantenere la tradizione della “selezione massale”, ovvero un metodo di propagazione della vite, per via vegetativa, che consente la riproduzione di un intero vigneto mantenendo la massima variabilità genetica all’interno della stessa varietà di vite. In questo modo Taittinger ha contribuito ad assicurare complessità e personalità ai suoi vini, conservando un patrimonio regionale legato alla tradizione. Anche se il marchio possiede il terzo vigneto più grande della Champagne, la coltivazione della terra è ancora affidata all’impegno di viticoltori, importanti depositari dello stile unico della Maison. Grande cura è riservata ai terreni con una coltivazione che rispetta la tradizione e le esigenze di uno sviluppo sostenibile, dalla potatura alla raccolta, con l’obiettivo di ottenere la materia prima perfetta, quella destinata a produrre solo grandi champagne. Armoniosamente suddiviso in Chardonnay, Pinot Noir e Meunier, il vigneto Taittinger consente di offrire un’ampia gamma di champagne brut, rosé o blanc de blancs, ma è lo Chardonnay, al centro di tutte le cuvée, a costituire la firma della Maison.
Alla grande esperienza dei viticoltori si unisce l’arte dell’assemblage dei cantinieri a cui è affidato il compito di plasmare tra loro vini fermi di diversi vitigni e annate, con caratteristiche aromatiche e organolettiche differenti, per dar vita a champagne capaci di esaltare le qualità del territorio ed esprimere a pieno la cifra stilistica della Maison. Gli artigiani dello champagne Taittinger si dimostrano oggi gli eredi di una storia secolare, quella delle antiche cave di gesso gallo-romane e dei monaci benedettini che vivevano nell’ex abbazia di Saint-Nicaise. La sede della Maison è proprio sulla Butte Saint-Nicaise di Reims che, a ben 18 metri di profondità, custodisce un mondo silenzioso e affascinante dove già nel XIII secolo i monaci lavoravano alacremente. L’edificio ogni anno riceve più di 60.000 ospiti che desiderano visitare le cantine, Patrimonio Mondiale dell’UNESCO, dove riposa per lunghi anni la cuvée Comtes de Champagne, il fiore all’occhiello della Maison Taittinger.
Il Comtes de Champagne 2012 prodotto con le migliori uve Chardonnay provenienti dai cinque comuni “Grands Crus” della Côte des Blancs
Il Comtes de Champagne Blanc de Blancs è la cuvée più prestigiosa, prodotta esclusivamente con uve Chardonnay provenienti dai cinque villaggi classificati come “Grand Cru” della Côte des Blancs: Avize, Chouilly, Oger, Le Mesnil-Oger, Le Mesnil-sur-Oger e Cramant. Per creare questo champagne i viticoltori di Taittinger selezionano solo la “tête de cuvée”, garanzia di eleganza assoluta. Tra i vini che entrano nell’assemblaggio il 5% viene affinato per quattro mesi in botti di quercia, che potenziano le qualità naturali e la complessità dell’assemblaggio finale e donano le caratteristiche note tostate. I dieci anni di lenta maturazione sulle pupitres (le caratteristiche tavole di legno su cui riposa lo champagne) donano a questo millesimato un’abbondante freschezza. Comtes de Champagne nasce solo in vendemmie speciali e uniche, come quella del 2012, che presentano un eccezionale potenziale di invecchiamento: dalla prima cuvée del 1952 sono infatti solo 38 le annate che hanno visto la luce.
Un’altra importante bottiglia è la Folies de la Marquetterie, il primo champagne di proprietà nella storia di Taittinger: un assemblaggio di 45% Chardonnay e 55% Pinot Noir, prodotto in quantità molto ridotte. Il suo nome si deve a un’altra dimora storica della Maison Taittinger, lo Château de la Marquetterie. Un castello in perfetto stile Luigi XV nel cuore della Champagne, situato su una collina ricoperta di vigneti, i cui appezzamenti (coltivati in maniera alternata a Chardonnay o Pinot Nero) d’autunno si colorano di giallo e rosso creando una scacchiera colorata. Proprio da questo particolare deriva il nome “marquetterie”, che in italiano significa “intarsio”. Il castello, insieme agli altri luoghi che hanno cullato la storia di questo leggendario champagne, sono tutti visitabili. Di recente è stata aperta al pubblico anche la famosa Residenza dei Conti de Champagne a Reims, la cornice ideale per degustare alcune delle prestigiose cuvée immersi, ça va sans dire, nelle atmosfere suggestive di Thibaud IV Le Chansonnier.