La manifattura Usa arranca. Wall Street chiude in rosso prima seduta del 2° trimestre
NEW YORK (WSI) – Chiusura in rosso per i indici azionari statunitensi dopo le deludenti notizie arrivate sul fronte macro. Il Dow Jones ha perso lo 0,04% a 14. 573 punti; l’ S&P 500 lo 0,46% a 1.562 punti. Peggio è andata al Nasdaq Composite, che ha lasciato sul terreno lo 0,87% a 3.239 punti. In rosso il primo giorno del 2° trimestre. I primi tre mesi del 2012 sono stati il miglior trimestre in 15 anni per Wall Street.
A pesare sulla performance della Borsa Usa, l’indice ISM relativo al settore manifatturiero statunitense che è sceso a marzo più di quanto atteso dagli economisti. Contro le attese del mercato che si aspettavano un risultato in rialzo, l’Ism manifatturiero ha segnato, nel mese di marzo, un ribasso a 51,3% da 54,2% del mese precedente.
Salgono invece oltre le attese le spese per costruzioni: nel mese di febbraio, secondo quanto comunicato dal Dipartimento del Commercio, le spese per costruzioni sono aumentate a febbraio dell’1,2% a fronte del +0,9% atteso dagli analisti e in recupero dalla flessione del 2,1% di gennaio.
Giovedì scorso, ultimo giorno di contrattazioni prima del ponte pasquale, lo S&P 500 ha chiuso ai massimi di sempre a 1.569 punti. Resta a questo punto imbattuto il record intraday di 1.576,09 punti. Nel primo trimestre, lo S&P 500 ha segnato un aumento del 10%, aggiungendo alla ripresa del mercato americano un valore pari a 10 trilioni di dollari.
Tra i titoli, Apple ha chiuso in ribasso del 3,1% dopo che il CEO Tim Cook si è scusato presso i clienti cinesi per le controverse politiche di assistenza del gruppo nel Paese asiatico. Nel settore industriale Alcoa ha perso l’1,6%, Caterpillar l’1,5% e U.S. Steel il 4%.
Tornando alla Borsa, dai minimi di marzo 2009, quando ha toccato i minimi da 12 anni a 676.53 punti, lo S&P 500 ha più che raddoppiato il proprio valore, segnando un incremento del 131%.
In ambito valutario, l’euro -0,03% a $1,28; dollaro/yen -0,58% a JPY 93,6.
Riguardo alle materie prime, i commodities, i futures sul petrolio +0,86% a quota 94,41 al barile, mentre le quotazioni dell’oro salgono dello 0,27% a $1.600 l’oncia.