(Teleborsa) – I controlli su redditi e spese dichiarate per l’anno in corso, secondo calcoli definiti preventivamente in virtù del redditometro, dovrebbero far incassare allo Stato 740 milioni nel 2011, 1,2 miliardi nel 2012 e poco meno di 1,4 miliardi a regime. Questi sono i frutti, sperati dall’esecutivo, del nuovo accertamento sintetico (il redditometro, appunto) messo a punto nella manovra correttiva da 25 mld di Euro approvata ieri definitivamente dalla Camera, che appena entrata in vigore orienterà la bussole verso il rapporto fra spese sostenute e entrate realizzate dai contribuenti l’anno scorso, e registrate nel modello Unico da inviare all’Ufficio Entrate a settembre. Il principio guida del nuovo sistema, è presumere il reddito dei contribuenti in funzione delle uscite sostenute in ordine di quattro voci di spesa: la casa (con tutto ciò che concerne la relativa amministrazione), i mezzi di trasporto, il tempo libero e “altre voci” (così sinteticamente definite) che comprendono le assicurazioni, gestione di risparmi, o i contributi ai domestici. Ognuna di queste spese, poi, si trasformerà in reddito presunto grazie a coefficienti che saranno modulati in base alla tipologia familiare e alla zona di residenza del contribuente. Il “focus” sulle spese sostituisce quella sulla disponibilità di beni e servizi che ricompresi nel vecchio redditometro che, per attivare i controlli, prevedeva almeno due anni di non congruità per evitare di includere nel calcolo redditi occasionali o straordinari. Nel nuovo sistema si prevede che quanto viene speso in un determinato periodo sia finanziato con redditi contestuali, (cioè prodotti nello stesso periodo), per cui basta un anno di “scostamento” per attivare le verifiche da parte dell’Aministrazione.