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La mia idea di portafoglio

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In questi giorni ho ricevuto molte email chiedendomi sopratutto di analizzare prodotti, se conviene sottoscrivere PAC, cosa penso dei cosiddetti fondi di “asset allocation” e se conviene investire in oro. Intendo rispondere a tutte queste richieste nelle prossime settimane. Analizzerò alcuni fondi comuni noti per evidenziare i pregi e difetti di questi prodotti per aiutare a decidere. Prossimamente intendo spiegare gli accorgimenti per usare  i “PAC” al meglio e quando invece è meglio non utilizzare i PAC.  Nessun prodotto o strategia funziona sempre, la sfida è capire quando usare i vari prodotti e strategie disponibili, e quando invece è meglio non investire affatto.

Nel frattempo per rispondere alle domande su oro pubblico oggi un articolo che avevo scritto un anno fa, può sembrare un articolo un po’ teorico perché oggi non analizzerò prodotti specifici, scrivo della mia idea di diversificazione. Serve come premessa i  prossimi articoli: questa rubrica è come un libro a puntate, ogni settimana introdurrò concetti che saranno poi ripresi ed approfonditi.

Io credo che il portafoglio migliore debba contenere titoli, fondi ed ETF,  e qualche volta anche il terreno agricolo oppure oro fisico. Allo stesso modo, qualche volta bisogna strutturarlo prevalentemente in contante. In sostanza, i portafogli investiti solo in ETF o solo in fondi o solo in titoli secondo me non vanno bene, e intendo spiegare perché nei prossimi mesi.

La mia idea di portafoglio: cos’è il rischio?

Normalmente si dice che il rapporto tra rischio e rendimento sia crescente, cioè per guadagnare di più è necessario rischiare di più, e dunque si può immaginare (erroneamente) un rapporto come illustrato in FIG.01. Questo grafico può portarci a pensare che se rischiamo di più automaticamente guadagniamo di più, e sappiamo che non è così. Altrimenti gli investimenti più rischiosi, non sarebbero, appunto, “più rischiosi”.

FIG 01.

Schermata 2016-01-10 alle 11.08.39

Il gestore Howard Marks, l’autore del libro “The Most Important Thing” (che consiglio a tutti di leggere, purtroppo è solo in lingua inglese), propone il grafico FIG.02, che mette in rapporto i rendimenti attesi, cioè la gamma di rendimenti possibili, con il rischio. In altre parole il grafico FIG.02 fa capire come gli investimenti più rischiosi hanno risultati più incerti e solo potenzialmente più alti. Possono dare luogo a risultati elevati se il prezzo pagato è basso, se invece si paga troppo, aumenta la probabilità di avere risultati deludenti nel medio termine.

I risultati deludenti possono derivare anche da eventi non prevedibili come rischio politico, calamità, ecc., ed in questi casi pagare poco è premiante solo nel lungo periodo. Ecco perché dico ai clienti che quando compriamo qualsiasi cosa che non sia uno strumento monetario con rating AAA, bisogna cercare di guadagnare anche nel breve, però investire con aspettative di lungo. Così se arriva qualche evento inatteso, possiamo permetterci di attendere un po’ prima di avere ragione. Per avere ragione nel breve, bisogna indovinare un pò il sentimento di mercato, ed il sentimento spesso cambia rapidamente.

FIG.02

Schermata 2016-01-10 alle 11.11.15

Il paradosso che ho riscontrato nella mia esperienza di consulenza è questo: per proteggerci più bisogna diversificare, però se diversifichiamo, il cliente che controlla l’andamento dei singoli pezzi e non l’andamento complessivo, vive il portafoglio come realtà stressante e volatile nel breve, perché non vede tutti i pezzi che salgono insieme. Il cliente rifiuta la volatilità su i singoli componenti di portafoglio, alla fine dovrebbe comprare solo strumenti monetari per vedere un portafoglio privo di volatilità sia per i componenti che come portafoglio complessivo. Il problema che riscontro di più nella gestione è il cliente che sta guadagnando complessivamente in linea con gli obiettivi e la volatilità accettata, però è in ansia per i singoli componenti di portafoglio che forse non stanno guadagnando.

La realtà è che per eliminare la volatilità il cliente dovrebbe fare la scelta (errata) di non diversificare. Non diversificare significa puntare su uno unico scenario possibile, e non proteggersi da scenari alternativi possibili e che possono realizzarsi senza troppi preavvisi.

Il paradosso da gestire

Applichiamo questo ragionamento alla situazione attuale. Al momento la realtà è di tipo deflazionistico, specialmente nella zona Euro. Ed infatti l’inflazione attesa nella zona euro ed in particolare in Germania continua a scendere, ed anche negli Stati Uniti l’inflazione attesa continua a scendere. Dall’altra parte ogni volta che l’inflazione attesa scende a livelli critici, arriva qualche annuncio da parte di qualche banca centrale, annunci di tipo inflazionistico (annunci di moneta, annunci di QE, ecc). Dunque pare che le banche centrali intendono fare di tutto per tirare su l’inflazione attesa, ed il mercato oggi ci crede. Purtroppo, è da molto tempo che le banche centrali fanno questi annunci, eppure l’inflazione attesa continua a scendere da molti mesi sia nella zona euro che negli Usa.

In questa situazione di divergenza, l’investitore deve chiedersi: ci credo o non ci credo nella capacità delle banche centrali di evitare la deflazione e proteggere gli investitori dai rischi di mercato? Fino al 2015 il mercato risposto di sì, però questo secondo la sottoscritta ha creato un’illusione di sicurezza da parte di molti investitori.

La verità è che la garanzia implicita offerta dalle banche centrali di proteggerci dai rischi derivanti da shock deflazionistici funziona solo fino a quando tutti abbiano fiducia nella capacità delle banche centrali di contrastare i shock deflazionistici!

Io non so per scontato che le banche centrali avranno successo e suggerisco di tener presente i  diversi scenari che ritengo possibili oggi fino a quando non vediamo una soluzione concreta alla crisi del debito che finora non vedo:

Scenario 1) fino a quando il mercato sembra credere nella capacità delle banche centrali di creare attese di inflazione moderata crescente da una parte e tenere i tassi di interesse reali negativi (cioè i tassi di rendimento inferiore al tasso di inflazione) si può continuare a dedicare una parte del portafoglio ad investimenti azionari ed obbligazionario high yield, consapevoli che questi investimenti sono generalmente cari oggi, proprio a causa dei tassi a zero che hanno spinto tutti a rischiare di più;

Scenario 2) se l’inflazione attesa continua a scendere nonostante gli sforzi delle banca centrali, e prevale lo scenario deflazionistico, la storia insegna che questo è lo scenario peggiore per i mercati a rischio, e l’unico investimento sensato diventa liquidità e titoli monetari con rating AAA

Scenario 3) se il mercato dovesse  arrivare ad una crisi di fiducia nelle banche centrali, cioè nel sistema, provocando una corsa verso gli sportelli bancari, allora in questo caso  investimenti non finanziari come terreni coltivabili e oro fisico offrirebbero una forma di protezione. Anche nel caso in cui le autorità monetarie /fiscali avessero  “troppo” successo, e creassero un tasso inflazione molto elevato, questi due asset si rivaluterebbero insieme a molte altre materie prime.

FIG.03) un portafoglio di lungo per affrontare diversi scenari possibili oggi

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I lettori che vogliono proporre argomenti oppure chiedermi di analizzare qualche strumento di investimento tramite questa rubrica possono inviare le loro richieste a info@idapagnottella.it

Dott. Ida Pagnottella 

Consulente finanziario indipendente fee only dal 2005, è stata uno dei primi consulenti finanziari indipendenti in Italia. Nata e crescita in Canada, vive in Italia dal 1987, dopo la laurea di è specializzata presso la SDA Bocconi in gestione di patrimoni privati. Prima di svolgere la professione di consulente finanzario, ha lavorato come promotore finanziario, e ha lavorato come docente free lance insegnando strumenti finanziari, teoria di portafoglio e normativa finanziaria, ed è stata docente EPFA.  Dal 2015 collabora con lo studio Lupotto & Partners di Torino. 

Disclaimer:  I commenti presentati da  IDA ISABELLA PAGNOTTELLA  nel presente documento sono da considerare come commenti generici,  e non come consigli di investimento, si invita sempre a rivolgersi al proprio financial advisor o consulente finanziario per valutare se gli strumenti citati sono adeguati ai propri obiettivi di investimento e propensione al rischio, prima di investire in qualsiasi strumento qui menzionato. La Dott.ssa IDA ISABELLA PAGNOTTELLA , consulente finanziario indipendente, non garantisce alcuno specifico risultato conseguente ai commenti qui riportati, e non assume alcuna responsabilità in ordine all’esito delle operazioni eventualmente effettuati  in base al presente commento.