Fino a poco tempo gli start-up europei che volevano entrare sul mercato azionario potevano farlo solo attraverso il listino americano Nasdaq.
Le cose sono cambiate con l’introduzione in alcuni paesi europei – tra cui Gran Bretagna, Germania, Olanda, Belgio e Francia – di nuovi mercati locali nati con lo scopo di promuovere proprio il settore dell’high tech.
Sempre piu’ frequentemente, infatti, le banche d’affari consigliano ai propri clienti la quotazioni sulle borse locali dove spesso il mercato si dimostra particolarmente promettente e la richiesta di titoli tecnologici e’ ancora alta.
Tutte le grandi piazze europee hanno ormai un proprio mercato dedicato alla contrattazione dei titoli high-tech. Dal Neuer Markt di Francoforte al Nouveau Marche’ di Parigi, tutti hanno visto un susseguirsi di offerte pubbliche dalla loro nascita.
Per alcune societa’ l’ingresso in un listino locale e’ stato il punto di partenza per poi espandere la propria presenza al di fuori dal paese e tentare il debutto anche sul Nasdaq.
E’ il caso della tedesca Intershop, una societa’ di applicazioni e software per l’e-commerce sbarcata sul Neuer Markt nel luglio 1998 raccogliendo 100milioni di dollari. La societa’ tedesca ha da allora ampliato le sue attivita’ anche negli Stati Uniti e sembra ora pronta a essere quotata sul Nasdaq.
Sulla scia di Intershop altre societa’ europee hanno seguito lo stesso tipo di approccio. La Britannica QXL.com, una casa d’aste online fondata lo scorso ottobre, ha presentato d’omanda d’ammissione su entrambi i listini londinese e americano.
Con l’introduzione del nuovo listino Nasdaq Europe, che dovrebbe iniziare le contrattazioni nel corso del primo trimestre del 2001 dal suo quartier generale di Londra, dovrebbe risultare molto piu’ semplice per le societa’ europee entrare sul mercato.
Il nuovo Nasdaq Europe, tuttavia, rischia di creare problemi ai piccoli listini locali che potrebbero essere costretti alla fusione con il gigante americano per evitare la chiusura.