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La pace tra Mediobanca e Generali potrebbe passare da una rete di consulenza finanziaria

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Mediobanca potrebbe uscire da Generali in cambio di una grande operazione industriale nel wealth management. Secondo quanto riferisce Il Sole 24 Ore, i potenziali target dell’operazione sono nientepopodimeno che campioni italiani del risparmio gestito: Banca Mediolanum, Banca Generali e Azimut. Come da manuale, si è scatenata un’ondata di acquisti sui titoli dei gruppi target potenziali di Mediobanca, con un rialzo delle quotazioni di Banca Generali (+5,27%), Banca Mediolanum (+3,84%) e Azimut (+2,80%).

I dettagli del possibile accordo di pace tra Mediobanca e Generali

L’ipotesi allo studio, già esplorata in passato, prevede l’uscita dal capitale di Generali di Mediobanca, che detiene circa il 13% della compagnia assicurativa triestina, oltre al 4,4% in prestito titoli. Mediobanca in questo modo trasformerebbe la sua partecipazione finanziaria in una industriale.
Dal canto loro, Caltagirone e Del Vecchio, soci rispettivamente col 9,95% e 9,82% di Generali, diventerebbero più rilevanti nel gruppo assicurativo. I due, insieme ad altri azionisti che li appoggiano, da tempo si stanno scontrando con gli investitori istituzionali (fondi comuni italiani ed esteri che appoggiano l’ad di Piazzetta Cuccia, Alberto Nagel e il ceo del gruppo assicurativo, Philippe Donnet). Il percorso non si è mai realizzato per l’assenza di un’alternativa valida alla partecipazione in Generali, capace di generare redditività interessante. Ma ora un’alternativa profittevole è sul tavolo: il wealth management.

Secondo una simulazione Mediobanca sarebbe in grado di rilevare Banca Generali a premio del 15% (34 euro) rispetto al valore attuale del titolo attraverso la cessione del 70% delle azioni Generali e pagando il 30% con mezzi propri.

Il giudizio degli analisti sull’operazione

Per gli analisti di Intesa Sanpaolo, “la strategia di utilizzare la quota in Generali per finanziare un deal importante è stata parte delle strategie del management per molti anni ma Mediobanca non ha trovato l’occasione per implementarla”. E sottolineano: “La quota di Generali contribuisce all’utile netto per il 35% con un ritorno a doppia cifra sul capitale allocato. Qualsiasi deal che coinvolge la vendita di Generali dovrebbe portare ritorni simili”.

Luigi De Bellis, co-head of research team ed equity analyst di Equita, promuove l’operazione: “Avrebbe senso industriale e finanziario, con la possibilità di estrarre sinergie, e sarebbe coerente con la strategia di Mediobanca, che prevede il rafforzamento in business a minor assorbimento di capitale, con un revenue model basato prevalentemente su ricavi fee-based ricorrenti. Si tratta di società con brand e management molto forti, dove la differenza è legata principalmente alle dimensioni, business model e cultura aziendale. Dall’altro lato l’esposizione in Generali ha un ritorno attraente per Mediobanca con un profilo di rischio basso, in un contesto in cui le grandi banche europee hanno un`esposizione diretta o indiretta al business assicurativo, con benefici in termini di diversificazione del business model, decorrelazione al ciclo economico ed esposizione ai tassi“.